Mercoledì 24 Aprile 2024

Milan, tutto cambia perché nulla cambi. Mihajlovic: "Ma io non mi dimetto"

Lo 0-4 incassato contro il Napoli ha fatto riermegere vecchie lacune e paure di una squadra che fatica a ritrovarsi nonostante i ribaltoni in panchina e il mercato estivo. Il tecnico: "La parola dimissioni non esiste nel mio vocabolario. Spiegherò tutto a Berlusconi"

La delusione sul volto dei giocatori del Milan (Newpress)

La delusione sul volto dei giocatori del Milan (Newpress)

Milano, 5 ottobre 2015 - Tutto cambia affinché nulla cambi. Il Milan sembra caduto in un incantesimo gattopardesco. Cambiano gli allenatori, cambiano i giocatori, ma da tre anni a questa parte i risultati sono impietosi. Da Allegri a Seedorf, da Inzaghi a Mihajlovic, nessuno è riuscito fin qui a scuotere l'agonizzante Diavolo. Così, dopo meno di due mesi di campionato e una campagna acquisti da 90 milioni di euro, il Milan si trova ancora lì, impatanato a metà classifica con i soliti problemi: la difesa imbarca acqua da tutte le parti, il centrocampo non fa gioco, l'attacco si accende a intermittenza. Il tonfo casalingo contro il Napoli, che mai aveva vinto 4-0 a San Siro, ha scatenato l'ennesima contestazione dei tifosi, chissà se più inferociti o disillusi, magari entrambi. Nel mirino c'è soprattutto la società, Adriano Galliani in primis. E non è la prima volta: l'ad ha lasciato scuro in volto la tribuna nel corso del secondo tempo mentre la Sud intonava cori contro di lui utilizzando l'ironia ("Grazie Galliani" e "Galliani 100 milioni", ndr).

Il cuore del tifo rossonero sembra al momento salvare Sinisa Mihajlovic che alla vigilia aveva presentato quella contro il Napoli come la partita della possibile svolta. Al fischio finale, il tecnico ha ammesso la superiorità degli avversari analizzando la gara con lucidità: "È brutto dirlo, ma è la realtà: abbiamo perso contro una squadra più forte. Dopo il 2-0 non abbiamo avuto la forza di reagire. Certi errori in Serie A non puoi permetterteli, soprattutto contro attaccanti di questo livello. È stata una brutta sconfitta, ma meritata. Complimenti al Napoli e a Sarri. Siamo una cosa a metà, non difendiamo né attacchiamo bene. In settimana abbiamo provato tutto, ma le partite possono andare in modo diverso".

Nonostante l'undicesimo posto in classifica e la seconda peggior difesa del campionato dopo il Carpi, il serbo non ha però intenzione di mollare: "Riceverò sicuramente la telefonata di Berlusconi, gli darò le spiegazioni che mi chiederà. Esonero possibile? È una decisione che spetta alla società. Io non mi dimetto, non lo farò mai. Questa è una parola che non esiste nel mio vocabolario. Devo pensare a cosa sia meglio per uscire da questo momento. Le responsabilità me le prendo io, come ho fatto sempre". E tuttavia gli obiettivi non cambiano: la Champions resta il traguardo da conquistare, anche se al momento sembra un miraggio: "Quando sei nel Milan devi sempre puntare in alto. Il nostro è sempre lo stesso e proveremo a raggiungerlo", ribadisce Mihajlovic.

La sosta servirà per provare a rimettere ordine a Milanello, anche se gli impegni delle Nazionali priveranno il tecnico di dieci giocatori (De Sciglio, Bertolacci, Montolivo, Romagnoli, Calabria, José Mauri, Bacca, Zapata, Honda e Kucka). Si riprende mercoledì, ma è difficile pensare che i due giorni di riposo serviranno a sgomberare la mente dai cattivi pensieri.