Inzaghi: "Siamo il Milan. Non abbiamo paura della Roma"

Il tecnico rossonero cerca il bis dopo la vittoria sul Napoli: "Serve dare continuità, all'Olimpico giocheremo a viso aperto. Servirà una grande partita per batterci". Ancora panchina per El Shaarawy: "Ma resta qui"

Filippo Inzaghi, 41 anni (Newpress)

Filippo Inzaghi, 41 anni (Newpress)

Milano, 18 dicembre 2014 - "Siamo contenti, ma non mi piace esaltarmi o deprimermi. Troppo facile passare da uno stato d'animo all'altro". Filippo Inzaghi conosce il calcio e sa che da una partita all'altra i giudizi possono diventare diametralmente opposti. La vittoria sul Napoli ha portato tanti elogi per il Diavolo che fra due giorni affronterà la Roma all'Olimpico nell'ultimo impegno dell'anno. "Siamo il Milan, non abbiamo paura di nessuno. Vogliamo fare una grande gara e dare continuità, poi se saranno più bravi loro gli stringeremo la mano, però anche la Roma dovrà fare una grande partita per battere il Milan. Giocheremo a viso aperto contro una delle squadre più forti in Italia", le parole del tecnico che in conferenza è stato omaggiato di una bacchetta magica dai giornalisti presenti a Milanello.

RIENTRA ALEX - Contro i giallorossi mancherà Rami, ma dovrebbe rientrare Alex, mentre per Abate e De Sciglio se ne riparlerà dopo la sosta: "La squadra ha avuto una crescita costante e fatto buone partite, ha sempre cercato di comandare il gioco, forse ci mancava una vittoria importante contro una squadra che ambisse sulla carta allo scudetto e ci siamo riusciti", ha proseguito Inzaghi che dovrebbe confermare Bonaventura nel tridente con Menez e Honda. Il giapponese è ormai una certezza di questo Milan: "Viene giudicato solo per i gol, ma domenica ha fatto una grande partita. Nel secondo tempo non ha mai perso un pallone. Io queste cose le vedo molto bene e sono contento di lui". 

EL SHAARAWY E MENEZ - Si prospetta dunque una nuova esclusione per El Shaarawy: "Finché io starò al Milan lui starà qui. Parlo con lui quasi tutti i giorni, gli ho sempre detto di stare sereno, io non guardo un'occasione o un gol mancati. Ho fatto il 4-3-3 per lui, poi è chiaro che c'è tanta concorrenza. Tutti giocano e stanno fuori, anche Menez è stato in panchina. C'è l'imbarazzo della scelta, El Shaarawy è sereno, sa che la mia stima non cambia per una partita giocata in più o in meno". L'uomo in più del Milan resta Menez: "Ha acquisito una personalità tale da non avere bisogno dei miei consigli. Ho letto che mi ringrazia, ma lui deve ringraziare se stesso per quello che sta facendo, spero che diventi sempre più leader di questa squadra". 

CHAMPIONS - "Come si fa a non credere al terzo posto se alleni il Milan? Per arrivarci ci vuole sacrificio, costanza e sudore. Ho anche detto che il Milan deve tornare a vincere lo scudetto, però la crescita dovrà essere graduale. Dobbiamo dare continuità di risultati, io sono molto ambizioso. So dove voglio arrivare e dove il Milan è stato e farò di tutto per farcelo tornare. Se vogliamo tornare grandi dobbiamo prendere come esempio squadre come il Bayern Monaco".

CONTE E GLI STAGE AZZURRI - Spostando il discorso sulla nazionale, Inzaghi si schiera dalla parte di Conte sulla rischiesta di uno stage a febbraio: "Tutti noi vogliamo il bene della nazionale e del calcio italiano. C'è la mia disponibilità e quella del Milan. Siamo vicini alla nazionale e se possibile cercheremo di dargli una mano. Io sono orgoglioso se i miei giocatori vanno in Nazionale, più ne vanno e meglio è".