Martedì 23 Aprile 2024

Il velocista Aries Merritt commuove il mondo: dai Mondiali al trapianto

Lo statunitense si sottoporrà a un trapianto di rene una volta terminati i Mondiali. La donatrice sarà la sorella. Merritt aveva vinto l'oro alle Olimpiadi di Londra

Aries Merritt (AFP)

Aries Merritt (AFP)

Pechino, 27 agosto 2015 - Dai Mondiali al trapianto, la storia del velocista Aries Merritt commuove il mondo. Dopo l'oro a Londra nel 2012 nei 110 ostacoli, l'atleta americano dovrà rimanere concentrato per una sfida ancora più importante rispetto alla finale di domani a Pechino: martedì si opererà infatti per un trapianto di rene. E la donatrice sarà la sorella.

"E ciò che mi preoccupa - ha detto oggi Merritt - non è certo la finale, per la quale devo comunque rimanere concentrato, ma quello che mi succederà dopo. La gara finisce una volta tagliato il traguardo, e ciò che mi fa veramente paura è l'operazione che dovrò fare quando torno a Phoenix". Nonostante l'angoscia, Merritt ha trovato comunque la forza di fare il miglior  tempo delle semifinali e quindi di essere il favorito per domani. "E pensare che qui ero venuto più che altro - ha spiegato - per la mia salute mentale, quasi per distrarmi e non pensare all'operazione. Non credevo di poter andare così forte, visto ciò che mi aspetta, ma non volevo rimanere seduto a casa ad aspettare l'operazione. Preferisco godermi la vita, anche perchè questo di Pechino potrebbe essere il mio ultimo Mondiale". Il campione Usa cerca però di essere positivo: "Adesso però non devo pensare troppo alle mie condizioni fisiche - ha detto -. Voglio sforzarmi di essere ottimista e pensare che riuscirò ad allenarmi in vista dei Giochi di Rio".

Merritt aveva vinto l'oro olimpico a Londra, poi un mese dopo, nel meeting Van Damme a Bruxelles, aveva stabilito il nuovo primato del mondo con 12''80. Poi l'anno dopo, ai Mondiali di Mosca 2013 aveva ottenuto solo un sesto posto dopo il quale si era sottoposto a visite mediche che avevano evidenziato una malattia renale per guarire dalla quale si sarebbe reso necessario un trapianto. "Quando me l'hanno detto, specificando anche che secondo loro non avrei corso più - ha raccontato oggi Merritt -, mi è crollato il mondo addosso. Ma non mi sono arreso e ora sono qui a correre per dimostrare che sono un lottatore".