Giovedì 18 Aprile 2024

Inter, Mancini: ecco chi paga il conto

In estate sarà rivoluzione: solo Handanovic e Icardi sicuri di restare. Melo, Ljajic e Jovetic in partenza

1 - Il dubbio Mancini (Ansa)

1 - Il dubbio Mancini (Ansa)

Milano, 3 maggio 2016 -  «Sono deluso. Siamo stati molli, non so come mai. Nella seconda metà di campionato abbiamo buttato via quello di buono che avevamo fatto prima...». Non è nello stile di Roberto Mancini portare il cilicio – anche se darsi un cattivo voto può dare un segreto brivido di piacere – ma nemmeno è suo costume indorare la pillola. Dopo aver tenuto acceso il moccolo del terzo posto finché aritmetica non vi separi, il Falconiere dell’Esino ha guardato in faccia ai suoi baldi e un po’ ribaldi giocatori, fuor da ogni inganno e da ogni illusione.

L’Inter disossata vista perdere contro la Lazio è l’esatto paradigma stagionale, un paradigma pernicioso dal quale non si è liberato in primis il Mancio o se ha creduto qualche volta di sì (una franca prestazione dopo una sciagurata sconfitta, peggio se interna) è stato subito disilluso. La continuità è mancata più di ogni cosa, anche al minimo sindacale e con la continuità è mancata una chiara svolta verso un’idea e un’azione di squadra non mediocre, avendo in rosa cognomi di uncerto valore. Alla difesa di un quarto posto che l’Inter potrebbe mettersi in saccoccia già sabato con l’Empoli la stagione nerazzurra volge al termine naturale e fisiologico, semmai la cattiva prestazione dell’Olimpico può avere accelerato certe liste di proscrizione che esistono soprattutto nelle teste degli scribi.

Preso allo sfinimento dai fusi orari, Erick Thohir si prende ora anche motteggi e critiche d’assenteismo, ma fino a prova contraria sta lavorando da mesi al riassemblaggio dell’Inter. A cominciare dal 20 per cento di quote ai cinesi di Suning e questa pare una settimana decisiva. Sul futuro dell’Inter, intesa come conventicola d’alluci, pesano incognite allo stato fluido, in guazzetto di interrogativi (tipo: Mancini vorrà restare o sarà risucchiato nel vortice azzurro?) e le liste di cui sopra vanno prese con beneficio d’inventario. Tra i pochi sicuri di restare c’è Icardi, nonostante le insidie continue (a richiesta di 50 milioni però sarebbe dura resistere), con Handanovic (che però mostra segni di inquietudine) Palacio (veneranda treccia) e Nagatomo, combattente di dedizione nipponica. E pure Kodogbia, superato uno dei periodi di adattamento più lunghi della storia umana, pare abbia l’avvenire nerazzurro.

Sugli altri si può giocare, con grado variabile di probabilità. In ispecial modo a centrocampo, dove Mancini vuole qualità e intensità (Banega, Biglia, Candreva) sembra che uno tra Felipe Melo e Medel sia destinato al fagotto, a prescindere dalle simpatie di Mancini. Sul filo ballano poi tutti gli -Ic, di certoo non saranno Ljajic e Jovetic (con un sottile dubbio) a risvegliarsi in Pinetina nel 2017. Pure Perisic e Brozovic, o almeno uno dei due, sembra destinato ad altro cielo. In difesa invece il turco Erkin dovrebbe prendere il posto di Telles. In coda annotiamo: il vice Javier Zanetti ha ricevuto a Milano il premio Amore per lo sport e per la vita: «Faremo l’impossibile per riportare l’Inter in alto » ha assicurato. Fossero tutti come lui...