Mercoledì 17 Aprile 2024

Martina Caironi portabandiera alle Paralimpiadi di Rio

Martina è l’unica donna, amputata ad una gamba, riuscita ad abbattere il muro dei 15 secondi sui 100 metri

Martina Caironi (Mauro Ficerai)

Martina Caironi (Mauro Ficerai)

Roma, 23 aprile 2016 -  Sarà la sprinter bergamasca Martina Caironi a sfilare alla testa della Delegazione azzurra durante la Cerimonia di Apertura dei XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro (7-18 settembre 2016).  L’ha voluta il Presidente del CIP Luca Pancalli, la ha appena investita ufficialmente la Giunta Nazionale CIP nella sua riunione di oggi, venerdì 22 aprile.  Alla conferenza stampa di presentazione era presente, in rappresentanza del Governo, il Sottosegretario di Stato, On. Luca Lotti, a fianco del Presidente Pancalli e del Segretario Generale CIP e Capo Missione ai Giochi, Marco Giunio De Sanctis. Portabandiera, dopo un’escalation incredibile dal debutto a Londra 2012, quando si regalò, per rompere il ghiaccio, la medaglia d’oro e il record mondiale dei 100 metri T42 (15.87). Da allora, una carriera inarrestabile sui tartan più prestigiosi del mondo, che l’ha vista infrangere più volte il suo primato iridato, in un gioco continuo ed estremo con se stessa, senza vere rivali.

Martina è l’unica donna, amputata ad una gamba, riuscita ad abbattere il muro dei 15 secondi sulla distanza: 14.61 siglato ai Mondiali di Doha lo scorso ottobre.  Nessuno come lei, in un solo formidabile anno, ha frantumato in successione sei primati iridati, tre nei 100 e tre nei 200 (31.73 – Open di Berlino 2015), eguagliando temporaneamente anche la migliore prestazione mondiale del salto in lungo T42 a 4,60 metri. Merito anche della sua protesi, prodigio della sperimentazione tecnologica dei laboratori del Centro Protesi INAIL Vigorso di Budrio. Con lo scettro delle Paralimpiadi di Londra, della rassegne iridate di Lione e di Doha in mano, la velocista delle Fiamme Gialle, punta dritto verso la strada degli Europei di Grosseto (10-16 giugno) e dei Giochi di Rio, con un bagaglio di esperienze che la catapultano direttamente al centro dell’Atletica paralimpica planetaria.

Questo il saluto ai presenti del Sottosegretario Lotti: “Per fortuna verrò a Rio e non potevate scegliere portabandiera migliore. Sono doppiamente felice perché è una donna, e questo è un valore aggiunto. Quando Rio sarà finita, i riflettori si spegneranno sulle medaglie, ma la mia presenza qui vi garantirà la presenza della politica e del Governo al vostro fianco. Il Governo avrà un’attenzione importante sul rapporto tra disabilità e sport. Ricordiamoci che dietro la bandiera di Martina, a Rio, ci sarà l’intero Paese e tutti noi”.  Il Presidente Luca Pancalli, rivolgendosi a Martina: “Martina incarna un sogno, è il segnale che dà speranza alle persone che partendo dal nulla dopo un incidente stradale come è successo a lei, si rimette in pista a sognare. L’ho scelta non solo per i risultati agonistici, ma per come Martina interpreta il ruolo di atleta, per la sua disponibilità a portare la voce di tutti gli atleti paralimpici in giro per le scuole nel nostro Paese e a segnalare l’importanza dello sport nella vita dei disabili”.

Le parole del neoalfiere azzurro, Martina Caironi: “Il Presidente mi ha contattato, per dirmelo, mentre stavo andando al mare. Mi è sembrato un sogno, non ci credevo anche perché non ho alle spalle una lunga carriera come quella di Oscar De Pellegrin (l’arciere ex portabandiera a Londra 2012, ndr), sono solo sei anni che faccio atletica. Sono orgogliosa di questo onore, e da atleta sono ancora più felice perché è segno che il movimento dell’atletica leggera paralimpica è cresciuto. Sono emozionata già oggi, figuriamoci a Rio, portando la bandiera con dietro tutta la squadra italiana”.

Il Presidente della FISPES Sandrino Porru non nasconde la gioia per questa nomina: “Non ci sono parole, ho i brividi dentro e le lacrime agli occhi. È un’emozione fortissima pensare che è stata scelta Martina, l’atleta che rappresenta la nostra Atletica e anche l’intero movimento paralimpico. Si vedono oggi i sacrifici fatti e i bei momenti vissuti insieme. Con una grande squadra si raggiungono grandi traguardi”.