Mancini boccia Balotelli: "Vuole imitare Ibra, ma non ha la sua classe"

Ospite alla Bocconi di Milano, l'allenatore dell'Inter rimanda il suo ex pupillo: "Insieme erano straordinari, ma ora Mario pensa a troppe cose. Il mio ritorno in nerazzurro? Forse per affetto"

Mancini e Balotelli ai tempi dell'Inter (Ansa)

Mancini e Balotelli ai tempi dell'Inter (Ansa)

Roma, 18 dicembre 2014 - "Balotelli vorrebbe imitare Ibrahimovic, ma Zlatan ha accumulato un'esperienza, una qualità, una classe e una forza che lui deve ancora acquisire". Salito in cattedra alla Bocconi di Milano per parlare di giovani, Roberto Mancini rimanda a data da destinarsi la promozione per il suo ex pupillo: "Le possibilità le avrebbe sicuramente, insieme erano straordinari e Mario all'epoca era giovane: ora pensa un po' a troppe cose. Spero e mi auguro per lui che possa diventare come Ibrahimovic"Quindi, parlando dei giovani, Mancini sottolinea: "Io credo che possano anche governare le federazioni. Penso siano il nostro futuro, io ho sempre il desiderio di aiutarli a crescere".

IL RITORNO ALL'INTER -  "Non lo so ancora perchè sono tornato all'Inter, forse per l'affetto. Avevo già programmato delle vacanze per festeggiare i miei 50 anni. Solitamente non bisogna tornare dove si è stati e fatto bene", ha aggiunto Mancini parlando del suo ritorno in nerazzurro. "Lo scudetto vinto a Parma fu una grande soddisfazione, dopo un campionato appassionante. Zlatan ci ha messo una pezza, penso comunque sia stata una vittoria meritata". Poi la vittoria della Premier League con il Manchester City: "La Premier League non è stata come a Parma ma ci siamo andati vicino. Al 90' eravamo 2-1 sotto e mi sono rivolto in alto, molto in alto, dopo un campionato stradominato. Poi grazie ad Aguero e anche a Mario che ha fatto buone cose. Non è che noi italiani siamo visti benissimo, vincere lì è stata una grande soddisfazione". Poi su uno dei suoi giocatori più importanti, Javier Zanetti: "E' un esempio non solo per gli interisti, ma per tutti: per il ragazzo e il professionista che è stato, per l'impegno nel sociale. Fossero tutti come lui sarebbe facile fare l'allenatore. Ma purtroppo non sono tutti come Javier". E infine sulla nomina ad ambasciatore dell'Unicef: "E' stato un onore, spero di saperlo meritare".