Giovedì 25 Aprile 2024

Mafia, 'ndrangheta: Iaquinta e il padre rinviati a giudizio a Aemilia

Deve rispondere della violazione di reati di armi, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso

 Vincenzo Iaquinta (Reuters)

Vincenzo Iaquinta (Reuters)

Bologna, 21 dicembre 2015 - In totale erano 239 gli imputati iniziali al processo di 'Ndrangheta, quasi 200 i capi di imputazione contestati nel complesso. Il rinvio a giudizio deciso oggi (al momento si oscilla tra i 145 e i 147 singoli imputati coinvolti), atteso, verrà  discusso dunque a partire dal 23 marzo a Reggio Emilia, una volta terminati i riti speciali a Bologna entro fine febbraio.

Tra gli imputati che andranno a dibattimento ci sono l'ex calciatore campione del mondo Vincenzo Iaquinta e il padre Giuseppe l'ex juventino risponde della violazione di reati di armi, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso. Al padre Giuseppe, imprenditore, è contestata la partecipazione nell'associazione.

Erano stati in precedenza in 71 a chiedere il rito abbreviato, tra cui Nicolino Grande Aracri, gran parte dei vertici e degli organizzatori, oltre che dei concorrenti esterni come i politici Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini e la consulente fiscale bolognese Roberta Tattini. I due imputati per cui è stato pronunciato il non luogo a procedere sono invece un livornese di 53 anni, accusato di un essere un prestanome, e una donna russa di 26.