Lazio, il nuovo Anderson piace e convince

Il brasiliano è stato protagonista di un inizio di stagione molto positivo. Inzaghi ora non può fare a meno di lui

Felipe Anderson

Felipe Anderson

ROMA, 26 ottobre 2016 – La Lazio riparte da un Felipe Anderson diverso. Dopo la scoppiettante stagione di due anni fa, il brasiliano aveva subito una sorta di involuzione in negativo. A Roma, prima dell’inizio della scorsa stagione, l’esterno biancoceleste si era visto pochissimo. Prestazioni spesso insufficenti, difficoltà nel saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. I gol non erano mancati, ma Anderson non era più quello che tanto aveva fatto impazzire i tifosi biancocelesti nella strepitosa annata di Pioli che portò la Lazio in Champions League. In molti additavano le colpe al suo carattere. Troppo timido e particolare per imporsi in un contesto come Roma. Aveva bisogno di fiducia smisurata e mancava di cattiveria. In questo inizio di stagione però le cose sembrano essere finalmente cambiate. Felipe è maturato, è ordinato in campo, effettua tutte e due le fasi senza sbavature. In fase realizzativa le cose non vanno benissimo, ma il brasiliano sembra trovarsi a suo agio in questa nuova veste da assist-man. Sono 4 infatti gli assist vincenti serviti ai suoi compagni in questa stagione, due nell’ultima gara contro il Torino, per i gol di Immobile e Alessandro Murgia. Nessuno ha fatto meglio di lui in Serie A, e sicuramente questo è un fatto importante che merita di essere sottolineato.

“Felipe è un giocatore che può fare la differenza in ogni momento della gara. Si prende qualche pausa ogni tanto, ma sono molto contento di lui. Non ha segnato, ma deve stare tranquillo perché il gol arriverà. Può farci fare il salto di cui abbiamo bisogno”, ha dichiarato Inzaghi in conferenza stampa. Il tecnico piacentino infatti, si è quasi sempre affidato al brasiliano in questa stagione. Un nuovo Felipe Anderson che piace. L’oro alle Olimpiadi di Rio sembra avergli fatto bene, e adesso ha iniziato anche a tirare fuori quel carattere e quella cattiveria che tutti gli imputavano di non avere. Contro il Torino, è stato proprio lui a vincere più contrasti e ad effettuare più tackle vincenti. Un dato importante, testimoniato anche dalla reazione che ha quando la Lazio va sotto di una rete. E’ spesso lui a prendere per mano la squadra, a cercare di creare qualcosa insieme a Keita e Immobile, con cui si trova alla perfezione. Il vecchio Felipe Anderson, svogliato in campo e sempre quasi assente, è soltanto un vecchio ricordo. Abnegazione, sacrificio e spirito di squadra. Quest’anno lo abbiamo visto giocare praticamente ovunque sulla fascia, perfino come esterno di una difesa a 5, o a 3 che dir si voglia. Il gol non è ancora arrivato, i tifosi si aspettano anche questo da lui, ma la sensazione è che continuando così, il lavoro non potrà che essere ripagato. Chissà che la gara di questa sera contro il Cagliari non possa essere l’occasione giusta per farlo. VALERIO DE BENEDETTI