Mercoledì 24 Aprile 2024

Lippi carica la Juve: "Noi italiani sappiamo come vincere a Dortmund"

L'ex ct, protagonista nel 2006 della vittoria nella semifianale mondiale contro la Germania nello stadio in cui i bianconeri cercano la qualificazione ai quarti di Champions, spinge la Signora: "La velocità di Tevez e Morata può essere decisiva"

Marcello Lippi (Ansa)

Marcello Lippi (Ansa)

Firenze, 18 marzo 2015 - Quella sera, negli spogliatoi del Westfalenstadion, finì con l’allora premier Romano Prodi che cantava «O’ Sole mio» con Cannavaro, Buffon, Gattuso e tutti gli azzurri in festa. La semifinale del mondiale azzurro, una delle notti più belle della storia della nazionale e del calcio italiano, nello stadio dove stasera la Juventus cercherà di andare avanti in Europa. Anche Marcello Lippi, quella sera, con la festa all’esterno dello stadio dei tifosi e degli emigrati italiani, cantò «O’Sole mio» con Prodi, e con i suoi ragazzi. 

Una data per sempre: 4 luglio 2006, 2-0 alla Germania, Grosso, eroe azzurro a sorpresa, di quel mondiale e poi Del Piero. La resa della Germania con Klinsmann commissario tecnico, che stava preparando il terreno a Loew. Il silenzio finale degli ottantamila di Dortmund. Inutile chiederle se ricorda, Lippi.

«La notte più emozionante anche della mia storia nel calcio, della mia carriera, lo dissi a caldo e non posso che confermarlo nove anni dopo, unita con il trionfo di Berlino. Il nostro titolo mondiale nacque lì, a Dortmund».

Era considerato il Colosseo inespugnabile della nazionale tedesca, l’arena di Dortmund. Fino a quella semifinale, la «Mannschaft» non vi aveva mai perso. «E poi arrivammo noi, appunto. Avevamo tutto, soprattutto dentro: convinzione, autostima, grande condizione psicofisica, una crescita continua. Fu la vera finale, e la più bella partita del nostro mondiale».

Grosso spense il boato dello stadio. «Una gioia immensa, saltammo tutti dalla panchina. Ma l’andamento della partita non fu condizionato dall’ambiente. Guardate che contano solo i giocatori. E i tifosi, anche quando sono ottantamila, non giocano. E non giocheranno neanche stasera». 

Lei ci aveva già vinto due volte in quello stadio con la Juventus, 2-1 nella semifinale di coppa Uefa del ‘95 e 3-1 nella partita d’esordio della Champions nell’anno successivo. Dortmund è stata casa Lippi. «Non solo casa mia, se è per questo. In quello stadio è andata bene alla Juventus, anche con Trapattoni, e alla nazionale. Si vede che noi italiani ci troviamo bene, in quello stadio. E la tradizione ha un suo peso, nel calcio».

Vuole dire che giudica la Juventus favorita anche per questo motivo? «E’ un aspetto, importante, della sfida».

Come la vede, nel complesso, questo Borussia-Juve? «Il giorno del sorteggio, commentai dicendo che la Juventus, complessivamente, era più forte del Borussia. E continuo a pensarlo anche dopo il 2-1 di Torino.  Il rendimento della squadra di Allegri nelle ultime partite di campionato non mi preoccupa, con tanti punti di vantaggio è normale non riuscire a dare il massimo. Si finisce con pensare soprattutto alla Champions, è comprensibile che succeda, e in questo tipo di situazioni va benissimo vincere uno a zero con il Sassuolo».

C’è anche un motivo tattico che la porta a considerare la Juventus favorita sui tedeschi? «Il Borussia, in particolare davanti ai suoi tifosi, tende ad aggredire, a portare il pressing, ad alzare il più possibile il ritmo, ma in questo modo alla squadra di Klopp, un tecnico che stimo, succede di scoprirsi e di concedere spazi nella fase difensiva. Penso che la Juventus, con la velocità di Tevez e di Morata, possa approfittarne».

Anche senza i lanci di Pirlo? «E questo dispiace. Ci proverà Marchisio».

Pirlo assente, ma Buffon e Barzagli, altri due campioni del mondo con la sua nazionale nel 2006, saranno del match. Il capitano sicuramente in campo, mentre Barzagli, secondo le ultime notizie arrivate dalla vigilia tedesca, dovrebbe andare in panchina, dopo il lungo infortunio. Barzagli era in panchina anche nel 2006.  «Due campioni, grandi professionisti, non mi sorprende per niente che siano ancora sulla breccia. Peccato, ripeto, anche in questo senso, per l’assenza di Pirlo. Ma Buffon e Barzagli sanno come si fa a vincere a Dortmund. Soprattutto Gigi»