Juve, per la Champions manca l'ultimo passo

Come sottolineato da Allegri e Buffon, i bianconeri dovranno migliorare dal punto di vista del gioco per provare ad arrivare in fondo in Europa. Intanto, però, i risultati parlano chiaro: 9 vittorie in 11 gare.

La festa della Juve al gol decisivo di Cuadrado a Lione

La festa della Juve al gol decisivo di Cuadrado a Lione

Torino, 20 ottobre 2016 - 28 punti sui 33 disponibili, 22 gol fatti e 5 subiti, primo posto in campionato e nel proprio raggruppamento di Champions: basterebbero per buona parte questi numeri a spiegare l'avvio di stagione fulminante della Juventus, diametralmente opposto rispetto ad un anno fa (Europa esclusa, dove il cammino finora è il medesimo). Madama ha solcato un solco importante fra lei e le inseguitrici nei confini nazionali, e in campo internazionale ha ipotecato il passaggio del turno, che diventerà matematico vincendo fra due settimane in casa col Lione. Proprio i tre punti raccolti allo "Stade des Lumières" potrebbero rappresentare lo spartiacque della stagione.

SPIRITO DI SACRIFICIO - Un successo importante sia in chiave qualificazione agli ottavi, ma soprattutto per il carattere mostrato dai ragazzi di Allegri. Una qualità, quella di saper soffrire e rimanere compatti, che è ormai stata fatta propria dalla squadra bianconera, come dimostrato anche sabato scorso nei minuti finali contro l'Udinese. La mentalità dei campioni d'Italia fa la differenza in Serie A e martedì sera l'ha fatta anche in Champions, dove però non può bastare. Tutto o quasi del destino della Juve in Europa passerà dalla crescita sotto il profilo del gioco espresso, che finora ha convinto solo a tratti. A Lione la Vecchia Signora è partita in maniera gagliarda, con l'intento di imporre il proprio calcio, risultando però spesso imprecisa nella zona nevralgica del campo.

GIOCO DA MIGLIORARE - Difficoltà dovute anche dall'atteggiamento prudente e chiuso degli avversari, che difendevano spesso e volentieri con nove/dieci uomini dietro la linea della palla, con due attaccanti rapidi come Lacazette e Fekir incaricati di far male in contropiede. In inferiorità numerica l'inerzia della gara è cambiata e nel momento più complicato è venuto fuori lo spirito bianconero, con Buffon a tenere a galla i compagni e con Cuadrado a infrangere i sogni di gloria dei francesi. La Juve, insomma, ha vinto più grazie agli episodi e al carattere, che alla qualità della manovra. Un aspetto da migliorare e in cui Madama è chiamata a fare il passo in avanti decisivo per poter davvero puntare ad arrivare in fondo alla Champions.

Allegri è conscio degli ampi margini di crescita, come i propri ragazzi, che per ora si godono i risultati, perché in casa bianconera si sa, "vincere non è tutto, è l'unica cosa che conta". E se con un gioco che ancora non viene ritenuto all'altezza la Vecchia Signora riesce comunque a conquistare un successo dopo l'altro, chissà cosa accadrà quando migliorerà qualitativamente parlando. Un quesito questo che spaventa e non poco gli avversari, a cominciare dal Milan, che sabato avrà l'arduo compito di fermare la corsa della Juve in campionato.

Francesco Bocchini