Venerdì 19 Aprile 2024

La Juve è più ricca del Napoli, Sarri ha ragione: vale 40 milioni in più

Balla una differenza di quaranta milioni di euro: l'undici della Vecchia Signora vale 248,5 milioni, quello dei partenopei 208,5

Higuain vs Dybala (Ansa)

Higuain vs Dybala (Ansa)

Bologna, 9 febbraio 2016 - I soldi, insegna un vecchio adagio, non fanno la felicità ma aiutano (la postilla è arrivata dopo e avvicina il detto alla realtà quotidiana). Un proverbio che vale nella vita e ha più di una presa sui campi di calcio. Lo dimostrano i monte ingaggi parametrati ai risultati, in Italia e all’estero, anche se a far la differenza è il modo in cui certe cifre si spendono.

Acquistare Higuain a 40 milioni o Buffon a 75 miliardi della lira che fu non è impresa per cui serva arguzia, viste le esplicite capacità di entrambi. Strappare Pogba a costo zero o Hamsik a cinque milioni e mezzo sa invece di colpaccio. Da queste basi parte la costruzione del castello: un mix di acquisti costosi ma ponderati e di intuizioni vincenti, con cui Juventus e Napoli hanno amalgamato le migliori rose di A, quelle che si sfideranno sabato sera a Torino. Gli ospiti, salvo imprevisti dell’ultimora, saranno in formazione tipo, mentre alla “Signora” mancheranno alcune pedine importanti.

Juve, valore

Eppure, valutazioni alla mano, è la squadra di Allegri a primeggiare sui rivali nel computo totale. Un calcolo matematico, quale non è la disciplina del vecchio pallone a pentagoni neri e bianchi. I pochi spiccoli, si fa per dire, che varrebbero ad oggi gli esperti difensori estremi sono da ricondursi a una carta d’identità più ingiallita di altre, non certo all’impatto che Reina e Buffon hanno avuto sui punti in classifica. Lo stesso dicasi per Barzagli, stando ai padroni di casa, anagraficamente più navigati e quindi soggetti a valori dei singoli talvolta distanti dall’apporto prodotto. In questo è più lineare e logica, portiere escluso, l’esposizione delle cifre in capo ai giocatori partenopei.

Spicca Higuain (e ci mancherebbe), davanti ad Hamsik, Insigne e Callejon, a testimonianza di una squadra che pur non soffrendo di grandi amnesie difensive imposta i propri successi sulle doti dei palleggiatori avanzati. Più distribuita fra i reparti la proporzione riguardante la Juventus: Pogba precede Dybala e l’accoppiata Bonucci-Marchisio, tutti gli altri inseguono, alcuni a breve distanza come Cuadrado, Alex Sandro e Morata.

Napoli, valore

Ha quindi ragion ragione Sarri quando dice che il budget aiuta e che per tale concetto è conseguente considerare favoriti gli avversari? Calcolatrice alla mano si direbbe di sì, perché anche spulciando tra le maglie di assenti e panchinari la bilancia pende verso Torino. Sarebbe innaturale il contrario guardando, ad esempio, alla situazione nelle coppe. La Juventus finalista in Champions e tuttora in corsa nella competizione di quest’anno, si confronta con il Napoli costretto all’Europa League, pur giunto in semifinale una primavera fa e con tre apparizioni al piano superiore negli ultimi cinque anni. Introiti troppo diversi per non avere delle ovvie ricadute.

Si rallegrino, alle pendici del Vesuvio: non di sola pecunia vive il calcio, altrimenti non avremmo avuto il Verona scudettato del 1985 o la Sampdoria del 1991. Forse nemmeno il Napoli due volte tricolore tra il 1987 e il ’90, ma allora c’era il fattore capace di scardinare ogni ragionamento globale, pur nell’ambito di un gioco di squadra. Si chiamava Diego Armando Maradona, l’ex presidente Ferlaino ha raccontato anni orsono di averlo preso «senza soldi», contando sul Banco di Napoli e sui legami politici. La felicità popolare, in quel caso e pochi altri, fu inversamente proporzionale a quanto il patron sostiene di aver sborsato.