Martedì 16 Aprile 2024

Giro, Nibali attaccherà: sono arrabbiato non rassegnato

Il siculo non ha ancora abdicato all’idea di poter vincere: il guasto alla catena e al cambio?ad un certo punto, mi sono sentito un po’ Fantozzi

Vincenzo Nibali (Ansa)

Vincenzo Nibali (Ansa)

Ortisei, 23 maggio 2016 - "Sono arrabbiato, non rassegnato". Digerita la batosta nella cronoscalata, Vincenzo Nibali guarda subito avanti: il giorno di riposo, oltre che riordinare le idee, serve anche per raccontarsi ai microfoni.

E per dire che il siculo non ha ancora abdicato all’idea di poter vincere questo Giro. «Non ho capito nemmeno io perché domenica sono andato così piano _ attacca Nibali _ Non è stata una giornata facile. Ci può stare. Dentro di me c'è tanta delusione. Tutti si aspettavano qualcosa di più da me ieri, io per primo. Non stavo tanto bene e poi ci sono state anche altre cose che hanno reso tutto più difficile, a cominciare dal guasto alla catena e al cambio: ad un certo punto, mi sono sentito un po’ Fantozzi. Ma sono umano, nel senso che una giornata storta può capitare a me. Come in questo Giro è capitato più volte: prima a Dumoulin e Landa, poi a Valverde e infine al sottoscritto. Magari succederà a qualcun altro».

Quell’altro è Kruijswijk, lontano quasi tre minuti. «È un ritardo importante, ma si può lottare per avvicinare la maglia rosa, sempre che gli altri non si accontentino. Ogni giorno qui al Giro cambiano le cose. Il mio era e resterà un Giro all'attacco, questo è sicuro. Come è sicuro che cercheremo di non rendere facile la vita a nessun avversario. Già da domani, quando si riparte con una tappa corta e molto intensa. Bisognerà anche fare i conti con il tempo. La squadra? Perfetta. L’Astana sta correndo bene dal primo giorno anche contro la sfortuna, visto che un giorno sono caduti praticamente tutti. Che stiamo facendo bene lo dimostra il fatto che siamo primi nella classifica a squadre».

Nibali c’è, la squadra pure. Il problema è che vanno forte anche Kruijswijk e Chaves. ‘Chaves ha corso sempre da attendista, Kruijswijk ha dimostrato di essere forte, forse è poco efficace in discesa. Si può considerare come la vera sorpresa del Giro: in salita è quello che ha qualcosa di più. Valverde? C’è stima, ma resta un avversario. Certo, se dovessimo far coincidere gli interessi, potrebbe anche nascere un’alleanza’. E’ un Nibali che parla con equilibrio, senza sbilanciarsi, ma nemmeno mostrandosi arrendevole all’idea di un Giro già sfumato. ‘Le occasioni non mancano, so che venerdì e sabato ci sono montagne toste, con le salite più lunghe: anche lì, dipenderà dal meteo. Ma io non sono cambiato, resto Vincenzo, sia che vinca le corse, sia che le perda come domenica: le imprese migliori nascono sempre dopo una sconfitta. Io resto fiducioso, perché sto bene e tanti corridori finora hanno aspettato il mio attacco o quello di Valverde».

Prima di ritornare a correre, c’è un pensiero per Rosario, il ragazzo del suo team giovanile che ha perso la vita otto giorni fa in un incidente stradale. «La sua morte mi ha toccato tantissimo. Quello che è accaduto mi ha ferito profondamente, non tanto per me, quanto per tutti coloro che vanno in bicicletta. È un dolore profondo, ma quando salto in sella cerco di liberare la mente. Anche dal resto? È un insieme di cose. La responsabilità c'è, ma tutto è più semplice quando arrivano le vittorie. Non so dirvi se questo è il momento più difficile, ma di una cosa sono sicuro: riparto con la voglia di combattere. Fino in fondo».