Giro d'Italia, Nibali e le lacrime per l'impresa. Kruijswijk microfrattura a una costola

Un riscatto talmente prorompente, per modi e risultati, da aver riaperto la corsa rosa. L'olandese deciderà in mattinata se ripartire

Vincenzo Nibali (AFP)

Vincenzo Nibali (AFP)

Risoul, 27 maggio 2016 - Lacrime per un’impresa. Vincenzo Nibali non si trattiene sul traguardo di Risoul, dove due anni fa aveva consolidato la sua vittoria al Tour e adesso firma la rinascita.

Un riscatto talmente prorompente, per modi e risultati, da aver riaperto il Giro: il tappone di sabato, con tre salite lunghe e dure, potrebbe ancora ribaltare una corsa che adesso vede al comando il colombiano Esteban Chaves, ultimo a cedere alla forza di Nibali a cinque chilometri dal traguardo, mentre è scivolato al terzo posto l’olandese Kruijswijk, volato contro un muro di neve all’inizio della discesa del colle dell’Agnello e portato all’ospedale una volta giunto all’arrivo per gli esami radiografici a gomito e ginocchio. Per l'olandese microfrattura a una costola, deciderà in mattinata se partire.

Si rialza Nibali, che dopo il traguardo si lascia andare ad un lungo pianto a dirotto, dopo aver dedicato il successo con un dito al cielo, in memoria di Rosario, atleta del suo team giovanile in Sicilia, tragicamente scomparso un paio di settimane fa. «Questo successo è per lui. Scusate il piccolo sfogo dopo il traguardo, ma ho passato delle brutte giornate. Devo dire un grande grazie alla mia squadra per l’ottimo lavoro svolto anche oggi, sono felice di averla potuta ripagare con una vittoria. Scarponi è stato davvero un grande, ha rinunciato alla vittoria personale per aiutarmi, abbiamo cambiato le strategie in corsa, anche se via radio avevo detto all’ammiraglia di lasciarlo continuare, nel caso avesse potuto vincere la tappa. Giornata durissima, ha riaperto il Giro ma tengo i piedi per terra perché domani ci aspetta un’altra giornata terribile. La lotta è serrata visto che siamo tutti vicini: bisognerà stare attenti».

Se la gode lui, figuriamoci il generosissimo Scarponi, che si consola con il premio per esser passato per primo sull’Agnello, la cima Coppi. ‘Eravamo d’accordo io e Vincenzo: a me la targa, a te la tappa _ scherza il marchigiano _ Sì, la classifica è cambiata, ma come si dice sempre il Giro è lungo: domani c’è ancora molto da fare’.

Sembra un messaggio con un destinatario preciso: Esteban Chaves, colombiano dal sorriso sempre pronto, che festeggia la prima maglia rosa, anche se il vantaggio su Nibali è di appena 44 secondi. «Oggi è stata veramente dura, ma prendere la maglia rosa ripaga qualsiasi fatica. Torino è vicina, sognare non costa nulla. Lo sapete, io dico sempre che i sogni si possono realizzare e oggi ne ho completato un altro. Kruijswijk ha dimostrato di essere un campione, non meritava di perdere il simbolo del primato a causa di una caduta, ma un piccolo errore può costare caro. Io e la mia squadra abbiamo davvero “fight for pink” (lo slogan della corsa, ndr) e lo faremo anche domani. La mia arma segreta? Le banane, che mangio come tutti gli altri colombiani. Uran mi ha promesso aiuto? E’ molto gentile, è un amico, ma se dovessi aver bisogno di lui sarebbe un brutto segnale, perché vorrebbe dire che i miei compagni si sono persi per strada. Tra 24 ore ci aspetta un’altra tappa durissima, ovviamente Nibali è il primo da tener d’occhio. Io darò il massimo, pur di arrivare a Torino in rosa lascerò la “pelle” sulla strada».