Venerdì 19 Aprile 2024

Giro d'Italia 2016, i nostri giovani da tenere d'occhio

Formolo, Moser, Mareczko e Ciccone si presentano al via in Olanda sognando un ruolo da protagonisti

Davide Formolo (Ansa)

Davide Formolo (Ansa)

Apeldoorn, 5 maggio 2016 - C’È UN GIRO che parte dall’Olanda: non è una novità, dopo i precedenti del 2002 e del 2010. In entrambi i casi fu festa di popolo, prima che un successo sportivo. Sarà così anche a questo Giro: se il paese dei tulipani vuole la corsa più amata d’Italia è perchè considera la bici un vero e proprio culto, oltre che più utilizzato mezzo di trasporto. Si corre da domani, ma a tingersi di rosa questa cittadina grande come Reggio Emilia ha provveduto da tempo: il Giro c’entrerà poco con l’Olanda, eppure l’affetto che ne riceve non sfigura con quello che lo accompagnerà in patria.

C’è un Giro che entrerà nelle case di tutto il mondo: saranno 184 i Paesi collegati in tutti e cinque i continenti. Alla sfida fra Nibali e i vari Valverde, Landa ed Hesjedal assisteranno gli appassionati francesi e colombiani, kazaki e messicani, australiani e canadesi. Ovviamente, avrà un ruolo speciale la Rai, che alla diretta della tappa (dalle 15,10 alle 17,15 su Rai Tre e in Hd), abbinerà trasmissioni di vario genere dal mattino fino alla notte. Tra facce nuove e consolidate, anche un ritorno: il ct Cassani, oltre a seguire i candidati alla maglia azzurra, farà l’opinionista al Processo. Avrà un compenso forfettario, che ha già deciso a chi destinare: organizzerà gare per giovani e una crono a settembre nel suo paese, Solarolo.

A QUESTO Giro che si conferma ribalta di ambiziosi, bussano anche i giovani di casa nostra: gli italiani che vogliono conquistare l’Italia non mancano. A cominciare da Davide Formolo, che a 23 anni si presenta con una tappa vinta alla grande un anno fa in Liguria: proverà a studiare come si fa classifica, cercando di non fondere un motore ancora fresco. Con la sua stessa maglia pedala Moreno Moser, un predestinato che ha smesso in fretta di esser tale: adesso che a 25 anni ha ritrovato la forza di mostrare le sue qualità, si ripresenta per lasciare il segno, magari in quella crono che nell’ultimo anno gli ha dato la spinta per ripartire.

Nel gruppo delle belle speranze ci sta a pieno titolo Jakub Mareczko, polacco cresciuto a Brescia e così italiano da aver già vestito la maglia della Sperimentale: ha appena compiuto 22 anni e, dopo aver firmato ordini d’arrivo di prestigio, prova a mettere il naso in quelli che contano di più. E’ un po’ quel che sogna anche Giulio Ciccone, anni 21, subito al Giro nella sua prima stagione da professionista: grazie alle buone prestazioni all’Amstel e in Trentino ha convinto i tecnici della Bardiani Csf, la squadra simbolo del made in Italy e della gioventù perchè schiera solo italiani e ha un’eta media di poco superiore ai 24 anni. Come dire: c’è lui, ma ne posson saltar fuori altri.

INTANTO il ciclismo prega perchè salti fuori dai guai Gijs Verdick, ventunenne olandese, che lotta per la vita dopo esser stato colpito da infarto al giro dei Carpazi. E’ il secondo caso dopo quello del povero Daan Myngheer, belga morto a fine marzo al Criterium in Corsica: forse è il caso che alcuni Paesi, a livello di controlli preventivi, facciano di più.