Martedì 23 Aprile 2024

Giro d'Italia, Aru arriva solo a Cervinia. Contador conserva la maglia rosa

Il corridore dell'Astana, al primo successo in questa edizione, ha vinto per distacco la Gravellona Toce-Cervinia di 236 km. Il leader della corsa resta Contador. Aru ora è secondo a 4'37" di ritardo dallo spagnolo. di Angelo Costa

Fabio Aru primo a Cervinia (Ansa)

Fabio Aru primo a Cervinia (Ansa)

Cervinia (Aosta), 29 maggio 2015 - ‘Oggi Fabio è stato il più forte’, è l’omaggio ad Aru da parte di un Contador interessato più a controllare Landa che non l’assalto finale del sardo. Ma è ugualmente un grande giorno per Aru, che conquista la tappa, si riprende il secondo posto in classifica e scaccia i cattivi pensieri che l’hanno accompagnato per molti giorni, soprattutto nel giorno del Mortirolo, quando è stato bravissimo a non andare alla deriva dopo esser stato staccato dal leader spagnolo. Sulle strade che l’hanno visto decollare da dilettante, quando conquistò due giri della Val d’Aosta, Aru si ripresenta nell’edizioni migliore, partendo a sette chilometri e mezzo dal traguardo per andare a riprendere Hesjedal, prima di godersi gli ultimi sei chilometri da solo. «Negli ultimi metri non sapevo più cosa pensare, negli ultimi giorni ho sofferto tanto, il Mortirolo è stato un vero calvario, ma mi ha insegnato che se non molli arrivano anche i momenti belli. Una giornata da incorniciare con tanti tifosi che ringrazio nuovamente per il loro supporto. Sono felice, grazie a tutti», dice il sardo, abbracciando genitori, parenti, la fidanzata Valentina e tanti tifosi che l’aspettavano.

Ringrazia tutti, persino i giornalisti che numerosi lo ascoltano dopo la tappa. Ai quali spiega cosa c’è dietro questo successo. «Avete visto sul Mortirolo come andavo e la fatica che ho fatto negli ultimi 40 chilometri. In questi sette chilometri finali ho pensato a fare la stessa fatica, è questa la differenza che mi ha permesso di vincere oggi. Il ciclismo è uno sport di sofferenza, è facile vincere quando stai bene, ma è molto difficile tenere duro quando sei in crisi. Io non ho mai avuto niente facile in tutta la mia carriera, ma ho imparato a tenere duro. Quando andavo a scuola viaggiavo tutte le settimane per correre col ciclocross, partivo venerdì per Bologna e tornavo la domenica. Facevo anche 20 viaggi in 3 mesi, anche due volte in settimana, perdevo giorni di scuola e non è stato facile diplomarmi, ma non sono stato mai stato bocciato. Dopo la maturità mi sono trasferito, non è stato semplice perché è stato diverso dagli altri ragazzi che vanno via di casa per avere i propri spazi. Ho intrapreso una strada di rinunce perché il ciclismo impone grandi sacrifici dall’alimentazione a fare baldoria, si vivono molti mesi di sacrifici. Niente mi è venuto così, ho progredito piano piano, quando sono passato non sono andato subito benissimo, ma al Giro 2013 ho imparato bene da Vincenzo su come gestire un grande Giro, poi a non ritirarmi dopo una dissenteria e ho finito bene. Sono tutte esperienze che ti rimangono, ti insegnano a avere fiducia». 

E pensare che, in avvio di tappa, Aru si era mostrato nervoso e teso, convinto di andare incontro ad un’altra giornata storta. «Ho fatto tanta fatica anche oggi, ma quando soffri ti poni traguardi intermedi. Sulle ultime salite, però, stavo meglio. Questo Giro è stato massacrante, me lo conferma anche il computerino, ora non so le medie, ma tutto il gruppo è d’accordo sull’intensità di ogni frazione. Di giorni senza pause non ce ne sono stati, a parte i primi cinquanta chilometri di ieri c’è sempre stata una squadra davanti a menare. Noi dell’Astana abbiamo cercato di impostare il ritmo, oggi stavamo bene e volevamo finalizzare».

Contador gli augura un grande futuro, pur riconoscendo che ‘Fabio è già il presente’. Il sardo ringrazia e guarda avanti come sua abitudine. «L’anno scorso la prima vittoria al Giro è stata emozione unica. Oggi ha avuto un sapore particolare per i momenti e per l’avvicinamento che ho avuto. È una vittoria inaspettata, non stavo bene nei giorni passati, ma ho tenuto duro. Può sembrare banale, ma non mi accontento mai e in questi anni questo mio comportamento mi ha aiutato a dare sempre il massimo e raggiungere nuovi obiettivi. Per me oggi è già passato, sono felice e non lo nego, ma non mi esalto e ora penso a finire bene il Giro e preparare obiettivi futuri, questo è il mio lavoro e devo farlo al meglio. Se sono ancora qui è perché ci tengo veramente». Lavorare tanto un giorno lo porterà a vincere un grande giro: questo è l’obiettivo di un ragazzo che, a 24 anni, ha ancora tempo davanti, visto che il suo compagno Nibali il Giro l’ha conquistato a 29 anni, uno in più rispetto a Pantani. «La pressione non mi dà fastidio, anzi, mi dà la forza per continuare a lavorare. Anche se prima e durante il Giro non ho passato momento bellissimi, sono ancora qui perché la forza di volontà mi ha aiutato a tenere duro. Devo anche dire grazie a squadra e famiglia, che mi hanno visto un po’ in crisi e mi sono stati vicini. Tutti hanno notato che ho sofferto molto e non lo nascondo. Mi sono preparato bene per questo Giro, ma ho avuto degli intoppi e questo risultato è la prova che ho la testa e che anche con la pressione rendo al meglio. Ho voluto ripagare la fiducia della squadra, da quest’inverno ho avuto un gruppo intorno a me e sono contentissimo. Sono incredulo».

Aspettando l’ultima fatica, con lo sterrato del Colle delle Finestre e l’arrivo al Sestriere, Alberto Contador si gode una giornata ‘in ufficio’, come direbbero gli americani: per chiudere con un risultato perfetto, come dice lui, allo spagnolo in rosa basta controllare il connazionale Landa quando Aru decolla. «Sono contento, è passato un altro giorno. Oggi ho curato Landa che era il mio primo avversario. Cosa penso di Aru? Non è il futuro, ma già il presente, mi piace come corre e come ragiona. Per quanto mi riguarda è importante portare la maglia rosa a Milano. Vincere una tappa? Non è semplice, ma ovviamente mi piacerebbe conquistarla. Domani è una bella tappa, con nel finale una salita molto esigente, vediamo se gli altri attaccheranno o se attaccherò io...».

 

di Angelo Costa

La nuova classifica generale, alle spalle di Contador, adesso vede Aru occupare il secondo posto, con 4'37" di ritardo dallo spagnolo. Terzo Mikel Landa, come Aru dell'Astana, con 5'15" di distacco; quarto il costaricano Andrey Amador (Movistar), a 8'10", e quinto il ceco Leopold Koenig (Team Sky), a 10'47".

Ordine di arrivo: 1. Fabio Aru (Ita) in 6h24'13« (+10" abbuono) (media 36,854 km/h) 2. Ryder Hesjedal (Can) a 00'28" (+06" abbuono) 3. Rigoberto Uran Uran (Col) a 01'10" (+04" abbuono) 4. Tanel Kangert (Est) a 01'18" 5. Steven Kruijswijk (Ola) s.t. 6. Alberto Contador (Spa) s.t. 7. Mikel Meana Landa (Spa) s.t. 8. Leopold Koenig (Cec) a 01'21" 9. Mikel Ituralde Nieve (Spa) a 01'24" 10. Alexandre Geniez (Fra) a 02'24" 11. Damiano Caruso (Ita) a 02'27" 12. Andrey Amador (Crc) s.t. 13. Maxime Monfort (Bel) a 02'49" 14. Jonathan Monsalve (Ven) s.t. 15. Yury Trofimov (Rus) s.t. 16. Juergen Van den Broeck (Bel) s.t. 17. Darwin Hurtado Atapuma (Col) a 04'43" 18. Fabio Felline (Ita) a 05'14" 19. Amael Moinard (Fra) s.t. 20. Franco Pelizzotti (Ita) s.t.