Venerdì 19 Aprile 2024

Calcio da marziani e Garcia va in palla Allegri si fidi di Dybala

Disastro Roma (Olycom)

Disastro Roma (Olycom)

QUANDO gioca il Barcellona, brilla la magia del calcio. Vedere la Roma squagliarsi come neve al sole davanti ai triangoli in velocità di Suarez, Messi e Neymar è la conseguenza di una superiorità tecnica troppo evidente da parte dei catalani. Una Roma «in Barca», senza cuore, anima e strategia, con il sinistro precedente dei 7 gol del Bayern a resuscitare cupi fantasmi. Senza le frecce alate, Salah e Gervinho, senza l’eterno mestiere di De Rossi, la Roma può opporre troppo poco al Barcellona show. Il sorriso beffardo di Luis Enrique incornicia la festa del gol blaugrana, mentre il ritrovato Messi inventa calcio con la naturalezza del genio e Suarez cannoneggia da ogni posizione. Che al divino puzzle del Barca manchino due pilastri come Iniesta e Mascherano poco importa, perché la Roma può opporre solo un pressing generoso e qualche rilancio in velocità, frustrato dagli errori di Dzeko, a segno solo a tempo scaduto.

DI BUONO c’è che il girone è ancora aperto: grazie al pareggio fra Bayer e Bate Borisov, il secondo posto è alla portata della Roma, che si giocherà la qualificazione nella sfida casalinga con i bielorussi. Ma se vuole continuare la marcia in Europa e restare sulla sua panchina, Garcia deve dare ben altro spessore alla difesa e garantirle la protezione di un centrocampo meglio organizzato, dove il temperamento di De Rossi diventa essenziale. E stasera tocca alla Juve spiccare il volo verso gli ottavi di Champions. Allegri può farlo solo con una vittoria. Contro un City mal in arnese, e già battuto all’andata, l’impresa è possibile. Eppure certi tremori del campionato, se proiettati in Europa, possono costare cari. Per questo Allegri pensa al più prudente 3-5-2 e medita di innescare con Cuadrado la coppia d’attacco Morata-Dybala. Il calcio italiano ha bisogno di rivedere la Juve rabbiosa e fremente di Manchester per sentirsi ancora vivo. E Allegri smetta di punzecchiare Dybala («troppe attenzioni su di lui») perché la sua vera carta vincente è proprio lo scugnizzo argentino.