Montezemolo e l'addio alla Ferrari: "Dagli Agnelli mi sarei aspettato un grazie in più"

Ospite a Porta a Porta, l'ex presidente del Cavallino è tornato a parlare della sua storia in Rosso: "Vinto 14 mondiali in 15 anni, ma serve aprire un nuovo ciclo. Non mi sono piaciuti i modi dell'addio"

Luca Cordero di Montezemolo (Ap)

Luca Cordero di Montezemolo (Ap)

Roma, 15 ottobre 2014 - Da lunedì non è più presidente della Ferrari, la casa in cui ha vissuto per 29 anni (di cui 23 da presidente) da quando, nel 1973, era entrato come assistente di Enzo Ferrari. Il nuovo targato Marchionne è partito da pochi giorni e Luca Cordero di Montezemolo continua a commuoversi quando parla della sua esperienza al Cavallino: "L'addio alla Ferrari è avvenuto un po' in fretta in relazione al grande appuntamento con la quotazione di Ferrari-Chrysler alla borsa americana, avvenuta due giorni fa. C'era necessità di avere una Ferrari più dentro un grande gruppo e credo che questo abbia un po' accelerato. Non mi ha fatto molto piacere il modo, ma fa parte della vita ed è giusto che chi ne è il proprietario possa prendere delle decisioni". Ospite nel salotto di 'Porta a Porta', Montezemolo ha ripercorso la sua storia in Ferrari, raccontanto aneddoti: dal rapporto con l'avvocato Agnelli a quello con Michael Schumacher, fino all'imminente addio di Alonso. 

FERRARI COME UNA FAMIGLIA - "La Ferrari insieme alla mia famiglia è la cosa più importante della mia vita. Sono stato 23 anni da presidente e prima da ragazzo di bottega con Enzo Ferrari - racconta - la Ferrari è un pezzo di bandiera italiana, un insieme di bellezza estetica, di passione come il rosso e di tecnologia estrema. Quando una la guida o la segue nei circuiti è sempre una grande emozione. Io dico sempre che noi non vendiamo un'auto, ma vendiamo un sogno". 

IL RAPPORTO CON GLI AGNELLI - "Ho avuto un rapporto molto forte con la famiglia Agnelli. Credo di aver fatto qualcosa di importante nel 2004, quando accettai di fare il presidente Fiat in un momento drammatico. Forse un grazie in più me lo sarei aspettato, ma va bene così".

LE LACRIME DELL'AVVOCATO PER IL PRIMO MONDIALE SCHUMACHER - "Visto che si dice che ultimamente non vinciamo tanto, dal 1999 ad oggi abbiamo vinto 14 titoli mondiali in 15 anni. Nel 2000 vincemmo il mondiale in Giappone con Michael Schumacher dopo 23 anni - ricorda - era l'alba in Italia e ricordo la telefonata dell'avvocato Agnelli. Per la prima volta l'ho sentito piangere per la gioia perchè era un momento particolare per la Fiat, per lui che non stava bene e per l'Italia. Nel 2003 gli dedicammo la macchina la Ferrari 'G.A' e si vinse mondiale piloti e costruttori. Negli ultimi anni siamo la squadra che ha vinto di più al mondo e sia nel 2008 che nel 2010 e nel 2012 abbiamo perso il mondiale nell'ultima gara - dice ancora - la stagione veramente deludente è stata l'ultima, ma questo è lo sport".

IL RAPPORTO CON SCHUMACHER -  "Con Schumacher abbiamo avuto un rapporto lunghissimo. Quando era alla Ferrari si è anche sposato ed è diventato padre. Aveva due cose molto belle. Quando non vinceva non dava mai la colpa alla macchina o al team, era un vero uomo squadra. In secondo luogo era un uomo che aveva anche le sue fragilità ed io e Todt lo tenevamo su di morale quando necessario. "Quando ci fu l'incidente di Massa - racconta - lo chiamai e ci fu un colloquio di un'ora e mezza nel mio ufficio. Gli dissi di tornare: per un'ora mi disse 'no', poi accettò perché la Ferrari gli aveva dato tanto. Provò la vettura vecchia al Mugello e la sera ebbe dei forti dolori al collo. Il giorno dopo - aggiunge Montezemolo - si sottopose ad una visita medica e dopo mi disse in lacrime che il dottore lo aveva bloccato per qualche mese e così non poté tornare".

L'ADDIO DI ALONSO - "Alonso va via per due motivi. Uno perché vuole cimentarsi in un altro ambiente e due perché ha un'età nella quale non può aspettare per rivincere. E' rimasto male che non ha vinto in questi anni ed ha bisogno di nuovi stimoli".

L'INCIDENTE DI BIANCHI - "Rispetto al passato, le corse hanno fatto un passo avanti clamoroso in termine di sicurezza. Sono stati fatti dei progressi enormi. Purtroppo qualche incidente capita ancora come l'ultimo di Jules Bianchi, un nostro ragazzo, ma quel trattore non poteva e non doveva essere lì".

LA NUOVA ERA FERRARI -  "Per la Ferrari oggi si apre una fase nuova, diversa. Ho sentito parlare di una Ferrari come la Magneti Marelli, ma con tutto il rispetto la Ferrari è un'altra cosa. E' una parte della bandiera italiana. Il futuro può anche essere migliore, ma è una fase molto diversa anche dall'interpretazione che avevo io. In Formula Uno ci sono dei cicli, il nostro è stato lunghissimo, poi ci sono stati 2 anni forti della Renault, poi Red Bull e ora Mercedes, che con tutto rispetto non vinceva da 30 anni. Bisogna riprendere un nuovo ciclo, lavorare molto e investire tenendo conto che oggi le macchine sono ibride".