Mercoledì 24 Aprile 2024

Crisi Ferrari, sprofondo rosso: la SF16-H resta sotto accusa

A Montecarlo è successo di tutto, tranne quello che sognavano i tifosi della Rossa

Seb Vettel sulla Ferrari SF16-H a Montecarlo (Olycom)

Seb Vettel sulla Ferrari SF16-H a Montecarlo (Olycom)

A Montecarlo è successo di tutto, tranne quello che sognavano i tifosi della Ferrari. Anzi, proprio nel Gran Premio più affascinante dell’anno il Cavallino, per la prima volta nella stagione, nemmeno sale sul podio. Non ci siamo, la versione Gambero Rosso è la meno in linea con le aspettative alimentate durante l’inverno e poi ancora a primavera.

Di sicuro Raikkonen ha commesso un errore imperdonabile e certo Vettel è sincero nel dichiarare che la sua prestazione non è stata degna del suo talento. Ma siamo sempre lì: il vero limite sta nella macchina, la sensazione è che la squadra abbia imboccato la strada sbagliata in termini di sviluppo della monoposto.

Ci vorrebbe, come spirito, un Vincenzo Nibali a Maranello! Cioè servirebbe la convinzione che sempre è possibile ribaltare la situazione. Poi, lo so, la Formula Uno non è il ciclismo, la complessità della tecnologia ha raggiunto livelli incredibili, persino difficili da spiegare.

Ma, per non sconfinare ancora sulle strade del Giro, basterà qui citare l’esempio della Red Bull. Che ha sì gettato in mare la vittoria monegasca, con il clamoroso pasticcio in sede di cambio gomme ai danni di un formidabile Ricciardo. Eppure, nel volgere di poche settimane, i Bibitari sono risaliti dalle retrovie, hanno scavalcato la Ferrari, hanno iniziato a creare guai alla Mercedes.

Evidentemente, si può. Dopo di che, ha vinto Hamilton ed era pure vero, l’acuto meno remoto del Re Nero era datato autunno 2015. Il campione del mondo in carica non ha mai pensato di rassegnarsi alla superiorità di Rosberg. L’impresa di Monaco è un messaggio al compagno di squadra: io sono ancora qua e non sarai tu a strapparmi lo scettro (semmai, se davvero la Red Bull fosse così forte, il candidato alla successione potrebbe diventare Ricciardo…) L’ultima cosa la voglio dire a proposito della partenza dietro safety car. D’accordo, la sicurezza anzi tutto. D’accordo, fresco è il rimpianto per l’addio straziante a Jules Bianchi.

Ma ieri all’ora del via non stava diluviando e in fondo parliamo di automobilismo, di Formula Uno, di velocità. Sono piloti, mica impiegati del catasto!