Martedì 23 Aprile 2024

Ferrari di nuovo grande dal 2016: se lo dice Agnelli

Smarrita in mezzo al deserto delle sconfitte, la Ferrari si affida adesso a un nuovo Mosè. E' bene che Seb Vettel, coraggioso fino all'incoscienza nell'accettare la sfida, si riconosca nelle parole pronunciate ieri da Andrea Agnelli. Ha detto il presidente della Juventus: Nel 2015 in F1 temo sarà impossibile vincere, la svolta ce la aspettiamo dal 2016. 

Niente da obiettare: la verità, anche quando è scomoda, rende liberi. Quindi non illuderò i miei quattro lettori annunciando la riscossa immediata: qui comincia un viaggio lungo e faticoso. Vettel-Mosè ha il talento e ha l'entusiasmo: è cresciuto nel mito di Schumi, sogna di replicarne la leggenda. Solo per questo, per l'audacia di una scelta personale che non era obbligata, merita l'appoggio di tutti i ferraristi. Alonso, lui, ha staccato la spina semplicemente perché non credeva più nella via italiana alla Formula Uno.

Era ed è un suo diritto cercare altrove, in McLaren, le soddisfazioni che non ha trovato a Maranello. Nulla da imputare allo spagnolo in veste di pilota: ha dato il massimo e i limiti caratteriali del personaggio non attenuano il senso di gratitudine. Ma, appunto, chi viaggia nel deserto deve guardare avanti, non indietro. Vettel di rosso vestito è il simbolo di una ripartenza, per rubare una parola al calcio: solo che nell'automobilismo, che è un mix di tecnologia e investimenti, vincere è più difficile. A Seb servirà tanta pazienza. Raikkonen è un suo amico, insieme formeranno una bella coppia. E però tocca agli orfani di Montezemolo, oggi Marchionne-boys, garantire ad entrambi una bella macchina. Sapendo che la Terra Promessa, leggi titolo mondiale, non è, purtroppo, dietro l'angolo.