Giovedì 18 Aprile 2024

Pronti a scalare l’Everest, ma Bonucci dovrà essere un nuovo Beckenbauer

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Italia-Germania non è mai una partita normale. E’ un distillato di calcio ed emozioni che corre dentro le nostre vite, collega le generazioni e affascina come un eterno kolossal del pallone. Non stupisce che i tedeschi, regolarmente battuti nelle sfide mondiali ed europee, cerchino di superare il loro complesso d’ inferiorità ostentando sicurezza.

Gomez e i suoi fratelli profetizzano un Europeo tedesco e annunciano: «Questa volta piangerete voi». E la Bild Zeitung si prende la briga di elencare sette buoni motivi per cui gli azzurri sarebbero spacciati. Tra gli altri citano un possibile rilassamento mentale dopo la vittoria sulla Spagna. Forse non conoscono bene Conte e la sua ossessione agonistica, non sanno che dopo aver scalato il K2, cioè la Spagna, il Ct è pronto ad attaccare la cima dell’Everest dove siedono i campioni del mondo.

Come l’Italia dell’82, che battè l’Argentina e poi il Brasile, aprendosi la strada al successo finale, Conte sa che una vittoria sui tedeschi potrebbe spalancarci le porte di Parigi. E l’onda emotiva che accompagna gli azzurri di oggi è davvero simile a quella di allora. Restano i problemi di formazione che conosciamo e la non facile sostituzione di De Rossi nel ruolo di regista.

La soluzione muscolare (Parolo più Sturaro) sembra la più logica. Ma in ogni caso toccherà a Bonucci sobbarcarsi compiti di regia e di impostazione, che altri piedi, meno nobili, non possono sostenere. Per il cavaliere senza paura di Conte è una prova doppia e terribile: controllare l’attacco scintillante della Germania e dare un’anima alla squadra. Dovesse farcela, lo chiameremo Beckenbauer.