Giovedì 18 Aprile 2024

Il caso Lippi agita l'Italia in vista della Spagna

Tavecchio: «Non l’ho preso in giro». E ora rispunta l’ipotesi Milan

Lippi e Tavecchio (Ansa)

Lippi e Tavecchio (Ansa)

Montpellier , 25 giugno 2016 - C'eravamo tanto amati. Forse. Il terzo matrimonio tra Figc e Marcello Lippi non s’ha da fare. Il primo, durato dal 2004 al 2006, fu un trionfo. Il secondo, dal 2008 al 2010, una catastrofe. Come Richard Burton e Liz Taylor, i Promessi Sposi avevano deciso di riprovarci ancora. Avevano, appunto: perché i figli «so’ piezz’ e core» e insomma il ct campione del mondo ha fatto sapere di non voler intralciare la carriera del rampollo procuratore in carriera e dunque, per dirla con il commissario Montalbano, «ti saluto e sono». Niente futuro da coordinatore di tutte le Nazionali.

Ma è una storia strana strana, questa. Partiamo dalla reazione della sposa abbandonata davanti all’altare. Oddio, fresca fresca come consorte la Figc non è, comunque Carlo Tavecchio, il presidente, la prende così: «Mi dispiace, io con Lippi sono sempre rimasto in contatto, l’avevo pregato di aspettare la pronuncia della Corte Federale, unica autorità in grado di valutare il problema giuridico nel quale ci siamo imbattuti (il potenziale conflitto d’interessi tra Lippi senior e Lippi junior, ndr). Non c’erano alternative, ho agito correttamente, non ho teso trappole, non ho preso in giro nessuno. La Corte stava per decidere...».

Sottinteso: ma che fretta c’era? Solo che Loretta Goggi gorgheggiando avrebbe aggiunto: che fretta c’era, maledetta primavera, nel senso che il Lippi 1 parlava e trattava con la federazione appunto da primavera, possibile che nessuno all’epoca abbia fatto mente locale al mestiere di Lippi 2? Tra l’altro qui nessuno ha nascosto niente, il figlio di Marcello opera appunto come procuratore, se sia bravo o meno in questa sede non interessa, semmai è discutibile (sarei tentato di scrivere che è oltraggioso, per il rispetto che l’uomo merita) immaginare che il babbo, in quanto coordinatore delle Nazionali, potesse essere condizionato dagli interessi dell’erede. Ma mettiamola così: il conflitto d’interessi è una cosa seria. In un Paese serio, però.  

Non solo. Da fuori, l’impressione è che questo terzo matrimonio, da alcuni immaginato silenziosamente anche come ombrello protettivo per la figura di Ventura, la cui nomina non è stata esattamente salutata da un plebiscito, l’impressione, dicevo, è che forse in Figc non siano precipitati nello sconforto, quando hanno appreso, tardivamente, che esisteva, per dirla con il placido Tavecchio, un «problema giuridico». Del resto giusto ieri ambienti federali suggerivano di aspettare sviluppi sul futuro di Lippi 1. Alludendo alla possibilità che Marcello, nel giro di un mese, possa trovare collocazione prestigiosa in un certo club (il Milan). E così si spiegherebbe l’accelerazione, a prescindere dal verdetto della Corte. Boh. Dopo di che, Tavecchio non parla di alternative: «In queste giornate ho in testa solo la Spagna». Il progetto-coordinatore sarebbe comunque confermato, da un po’ circolano i nomi di Sacchi e Guidolin, magari, dico io, sarebbe sensato fare una telefonata a Cesenatico ad Alberto Zaccheroni.

Comunque non è stata una bella storia e l’unico Lippi che qui interessa, cioè il padre, avrebbe meritato un trattamento diverso, fidatevi.