Dybala, lo scudetto del futuro. Ancelotti-Milan intesa difficile. Montella prepara il divorzio

La Juveha già vinto anche lo scudetto del futuro. Inutile negarlo. Quando si parla si programmazione, di mercato e stratergie societarie, la creatura di Agnelli è sempre un passo avanti. Ieri Paulo Dybala, 22 anni a novembre, talento cristallino e piede fatato, ha salutato ufficialmente il Palermo fra le ovazioni del suo pubblico per annunciare il suo futuro bianconero. Sogna di giocare accanto a Tevez per costruire una coppia fantasiosa e imprevedibile. Sa che dovrà vedersela con Morata, oggi titolare fisso nella squadra di Allegri, ma sa anche che la ricchissima stagione della Juve gli concederà comunque buone occasioni per mettersi in vetrina.

Con Dyabala e Khedira già nel cassetto e Cavani prenotato(ma c’è di mezzo la cessione di Pogba), la Juve può allestire un attacco atomico, mettersi al livello delle più grandi squadre europee, rivaleggiare con il tridente dei sogni Messi-Neymar-Suarez, che si troverà davanti nella finalissima di Champions a Berlino.

Con scudetto e Coppa Italia in tasca (e relativi proventi) è molto più facile programmare il futuro che con il pugno di mosche in mano al Milan di Berlusconi. Legittimo che Re Silvio spedisca Galliani a Madrid per convincere Ancelotti al grande ritorno. Ma chi glielo fa fare a Carletto nostro di prendere a mano una squadra da ricostruire fra i mille incerti della rifondazione rossonera, con la società destinata a sopravvivere con i capitali cinesi? L’incognita è grande e Galliani dovrà essere davvero molto convincente, se vuole spingere Ancelotti verso Milanello. Il tifo organizzato, intanto, contesta e si chiede se il nome di Ancelotti non sia solo una trovata elettorale del Berlusca.

Se Galliani dovesse fallire, torna più che mai d’attualità il nome di Montella, ormai al passo d’addio a Firenze. Le parole di ieri sono suonate come un chiaro segnale a Della Valle: per inseguire l’obiettivo Champions serve un salto di qualità. Se la Fiorentina non fosse in grado di farlo, il divorzio diventerebbe inevitabile. L’impressione è che il rapporto tra Montella e i viola sia ai titoli di coda. E prendono corpo i nomi dei tanti possibili successori: Donadoni, Sarri, Maran, Mazzarri, Spalletti. Al momento non c’è un favorito assoluto. Anche se salgono le quotazioni di Sarri, dopo la grande stagione all’Empoli, la scelta di Donadoni sarebbe forse quella più in linea con l’era Montella: un tecnico ambizioso, che ha voglia di riciclarsi dopo la terribile esperienza di Parma. E poi Donadoni è anche il messaggero di un gioco ottimista e spettacolare, la prima prerogativa richiesta dai Della Valle a chi vuole far calcio a Firenze.