Venerdì 19 Aprile 2024

Conte: "Oriundi in Nazionale? Queste sono le regole del calcio"

Il ct risponde a Mancini sul caso oriundi: "Non sono il primo né l'ultimo a fare queste scelte. Al Mondiale erano 86 e per i giocatori non è un ripiego". Quindi applaude alla Juve: "Sta facendo cose straordinarie"

Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Coverciano, 23 marzo 2015 - Ormai è diventata un'abitudine: ogni ritiro della Nazionale porta con sè polemiche calcistiche. Una volta Balotelli, un'altra i contrasti con i club, un'altra ancora lo stipendio del ct, quindi la 'guerra' con le società per fissare le date della prossima stagione. Antonio Conte ci ha già fatto l'abitudine e a Coverciano, dove gli azzurri si sono radunati in vista delle sfide contro Bulgaria e Inghilterra, l'argomento del giorno è quello degli oriundi, tornati di moda con le convocazioni di Eder e Vazquez. Roberto Mancini ha innescato la miccia da Roma: "Non meritano, la Nazionale deve essere composta da giocatori italiani", portando con sè reazioni a catena. Conte fa spallucce e spiega così le sue scelte: "Queste sono le regole, questo è il calcio. Poi, si può sempre creare o meno polemica. Io rispetto qualsiasi opinione, ma dico che non ho fatto niente di strano rispetto al passato. Ho deciso di premiare due calciatori che hanno la cittadinanza italiana e quindi possono giocare, li valuterò in un impegno ufficiale e deciderò se aggregarli o meno. Non sono il primo né sarò l'ultimo a far questo tipo di convocazioniDiversi hanno già fatto parte della Nazionale: Camoranesi, Ledesma, Paletta, Thiago Motta, Amauri, Romulo. Basti pensare che all'ultimo Mondiale, su 736 giocatori, 83 erano oriundi".

NON HO FORZATO NESSUNO - "Vazquez, a differenza di Dybala, aveva detto di sentirsi dentro di essere italiano, visto che ha anche la mamma padovana - prosegue il ct - Ma non ho mai forzato nessuno e ho detto che la Nazionale non dev'essere ripiego per chi non riesce ad entrare nella sua. Vazquez ed Eder stanno facendo molto bene, avevo la necessità di testarli, voglio vederli e valutare, capire se sono calciatori che fanno al caso nostro e ci possono dare qualcosa di importante. Non c'è mai pace, nemmeno intorno a me, ma va bene così: ci sarà sempre un dibattito, spero siano sempre costruttivi". Tra i convocati mancano Pirlo e De Rossi, il primo per infortunio, l'altro per scelta tecnica: "La loro assenza può rappresentare sia un problema che una possibilità. E' un problema perché sono due giocatori forti che possono ancora dare tanto alla Nazionale, ma può essere anche un'opportunità perché giocatori come Verratti avranno la possibilità di dimostrare veramente di poter prendere in mano le redini di questo centrocampo". Nuova opportunità per Alessio Cerci, che non sta trovando molto spazio nel Milan: "Ha caratteristiche che non hanno in tanti, è bravo nell'uno contro uno e a creare superiorità numerica. Sta giocando poco, ma - sottolinea il ct - credo nelle sue qualità. L'ultima volta in Nazionale ha fatto molto bene e per questo è tornato".

COMPLIMENTI ALLA JUVE - Conte si è complimentato poi con la Juventus per i risultati che sta ottenendo: "Ha fatto qualcosa di straordinario anche quest'anno. Dopo tre stagioni in cui hai vinto, rivincere non è mai semplice quindi complimenti alla società, ai giocatori e all'allenatore. Ha dimostrato in tutto e per tutto di essere la più forte anche quest'anno. Le antagoniste, chi per un motivo o per un altro, hanno avuto dei problemi. Basti pensare al secondo, terzo e quarto posto dove c'è una bella lotta. Dobbiamo essere contenti di avere tre squadre nei quarti delle coppe e dobbiamo accogliere questa cosa come un buon segno. Sono più ottimista rispetto al passato sul nostro calcio. Altri paesi in campo europeo iniziano a zoppicare, come l'Inghilterra. Questo ci deve rendere felici e dobbiamo sperare che le nostre squadre vadano avanti il più possibile".

RAMMARICO STAGE -  Il rammarico per non aver potuto lavorare in uno stage resta: "Quanto ha pesato? Non è questione di pesare o non pesare, ma di accorciare un po' il lavoro e avere le idee in po' più chiare. Mi sarebbe piaciuto provare nuovi giocatori, come Sansone del Sassuolo. Ho preferito lasciare i calciatori all'Under 21 perché devono prepararsi per un grande Europeo, ma sarebbe stato momento giusto per vederli. Capisco le esigenze, me ne son fatto ragione e va bene così". Dopo quattro mesi il ct torna a dirigere un allenamento: "Stare tanto fermo non è stato semplice, anche se abbiamo cercato di muoverci e andare a vedere altri campionati, allenamenti, squadre, per confrontarci con altri sistemi di allenamento. Non sono rimasto proprio fermo. Non è nella mia indole, mi piace lavorare. E sono contento di tornare a farlo".