Martedì 23 Aprile 2024

Conte come Lippi, un ct decisionista: uomini non Balotelli

di Enzo Bucchioni

Enzo Bucchioni

Enzo Bucchioni

ABBIAMO sempre diffidato dei Ct simpatici e buonisti per natura (Trapattoni) o per marketing (Prandelli). Chi guida la Nazionale non deve porsi il problema di essere , come un qualsiasi venditore di cucine o lampadine: ogni riferimento è assolutamente voluto. Il mestiere del Ct è un altro. Decidere, dividere, scontrarsi è roba di tutti i giorni, per stare su una panchina del genere servono una grande personalità e un carattere forte, ci sono da difendere le idee e un gruppo di giocatori che annusa subito di che pasta è fatto il Capo. I Ct buonisti e opportunisti non fanno strada, senza carisma si finisce eliminati dalla Costarica. Sarà un caso ma gli ultimi mondiali azzurri (1982 e 2006) portano la firma di due Grandi Antipatici come Bearzot e Lippi, gente che ha sempre pensato solo alla squadra e mai alle conseguenze personali. Avendo conosciuto bene sia l’uno che l’altro e capito grazie a loro come si vince, con Conte torno a sperare in un allenatore capace di ridare un cuore, un senso e un’anima a una Nazionale di morti viventi. Il primo giorno di scuola in Federcalcio è stato uguale e inutile come tanti altri, portiamo a casa solo una frase che potrebbe essere di circostanza, ma non lo sarà: «Prima dei giocatori sceglierò gli uomini», ha detto Conte. Lo farà, statene certi. A costo di andare contro i potentati, i media e gli sponsor. Tutti quelli che, come Balotelli, faticano a crescere sono stati avvertiti e comincino a tremare, Conte è uomo da campo e non da copertina. E, soprattutto, odia i compromessi: non è facile dimettersi da allenatore della Juventus campione d’Italia. Non sarà facile neanche rimettere in piedi la Nazionale, ma i sondaggi lo stimolano: quasi il settanta per cento degli italiani non lo vede bene in azzurro. Appena arrivato è già un Grande Antipatico come Bearzot e Lippi, una partenza alla grande. 

di Enzo Bucchioni