Venerdì 19 Aprile 2024

Ciclismo, 10 giorni all'Olimpiade. L'avvicinamento a Rio dei favoriti

Gli azzurri in ritiro a Fiuggi, Valverde e i belgi in gara a San Sebastián, Dumoulin alle prese con un recupero disperato, Froome in passerella: ecco come i big preparano l'appuntamento a cinque cerchi

Nibali contro Valverde: dopo il Giro, il duello potrebbe ripetersi ai Giochi (LaPresse)

Nibali contro Valverde: dopo il Giro, il duello potrebbe ripetersi ai Giochi (LaPresse)

Savona, 27 luglio 2016 - Dieci giorni alla corsa che assegnerà l'oro olimpico del ciclismo su strada ai Giochi di Rio. Con il count-down ormai ufficialmente partito, vale la pena dare un'occhiata alla marcia di avvicinamento dei principali pretendenti. La nazionale azzurra inizia oggi a Fiuggi un mini-ritiro che si concluderà sabato e al quale prendono parte Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Diego Rosa e Damiano Caruso, vale a dire i quattro reduci dal Tour. Il quinto ed ultimo convocato, Alessandro De Marchi, si trova invece nei Paesi Baschi per correre la Clásica di San Sebastián, terminata la quale raggiungerà il resto della truppa giusto in tempo per imbarcarsi per Rio. Come De Marchi, reduce dal Giro di Polonia, molti degli aspiranti alle medaglie olimpiche hanno scelto proprio San Sebastián come ultimo appuntamento di rifinitura. A cominciare dagli spagnoli Alejandro Valverde e Joaquín Rodríguez, tra i favoriti tanto in Brasile quanto alla Clásica. Attenzione anche a Jon Izagirre, basco, che nella corsa di casa potrebbe essere la possibile sorpresa di giornata, e che alle Olimpiadi sogna di andare a medaglia, magari, nella cronometro. Perché se il contingente di papabili al podio nella prova in linea, per bocca dello stesso Cassani, non supera la trentina di corridori, ancora più ridotto è il lotto di quanti possono ambire ad un risultato memorabile nella cronometro. A maggior ragione considerate le precarie condizioni di forma di colui che, senza l'infortunio rimediato alla terzultima tappa del Tour, sarebbe stato l'uomo da battere nella prova contro il tempo: ieri, appena quattro giorni dopo la frattura del radio sinistro, l'olandese Tom Dumoulin è già tornato ad allenarsi, ma la sua missione appare disperata. Le prime sensazioni sono state positive, ma se davvero Dumoulin riuscisse non solo a partecipare, ma anche ad essere competitivo per le prime tre posizioni, saremmo di fronte ad un autentico miracolo sportivo. E così, per la cronometro, oltre al già citato Izagirre attenzione soprattutto all'ex recordman dell'ora Rohan Dennis, australiano, e all'inossidabile svizzero Fabian Cancellara, entrambi ritiratisi dal Tour prima delle ultime tappe di montagna per salvare la gamba in vista del grande appuntamento. E attenzione naturalmente anche a chi la Grande Boucle l'ha appena vinta per la terza volta negli ultimi quattro anni, Chris Froome, che proprio nella prova a cronometro ripone le maggiori speranze di medaglia, senza naturalmente precludersi il sogno di un bis nella difficilissima corsa in linea. Così così, invece, sono le condizioni di Tony Martin: il tedesco tre volte campione del mondo della specialità ha abbandonato il Tour addirittura l'ultimo giorno, durante la passerella di Parigi, proprio per il riacutizzarsi di un dolore al ginocchio. Chiara scelta precauzionale in vista di Rio, quella del panzer, che tuttavia anche al top della forma non sembra più lo schiacciasassi di qualche stagione fa. Unico italiano a tentare la fortuna a cronometro sarà Vincenzo Nibali, ed è davvero un peccato che non possa essere della partita il vicecampione del mondo in carica, Adriano Malori, ancora alle prese con una delicata riabilitazione dopo lo spaventoso incidente di gennaio al Tour de San Luís. Lo Squalo, comunque, ripone le sue vere ambizioni nella prova in linea del 6 agosto, e allora riavvogliamo il nastro e torniamo a San Sebastián, perché nel weekend gareggeranno nella perla della costa basca anche molti degli altri principali avversari di Nibali. Dal belga Greg Van Avermaet (e volendo, il connazionale Philippe Gilbert) all'irlandese Daniel Martin, dal francese Alexis Vuillermoz ai colombiani Rigoberto Urán, argento olimpico di Londra, e Jarlinson Pantano, rivelazione del Tour e chiamato in extremis a sostituire Nairo Quintana nel quintetto della nazionale sudamericana. Colombia che, potendo contare anche sul secondo classificato del Giro Esteban Chaves, sul vincitore del Tour de Suisse Miguel Ángel López e su Sergio Henao, fortissimo gregario di Froome, sarà la vera squadra di battere sul circuito carioca. Già, Froome: l'anglokenyano, che dopo la trasferta brasiliana ha intenzione di dare l'assalto pure alla Vuelta a España, a San Sebastián non ci sarà, essendo reduce dai ricchi critérium post-Tour organizzati in Belgio e Olanda. Come lui marcherà visita il compagno di club Wout Poels: l'olandese, preziosissima spalla della maglia gialla in Francia, a Rio correrà per sé con la più che lecita ambizione di affiancare alla Liegi dello scorso aprile una medaglia olimpica, magari d'oro. Come Poels, Nibali e Froome, altri corridori che dopo la Grande Boucle ritroveremo direttamente a Rio, sono i francesi Romain Bardet e Julian Alaphilippe, e l'ex campione del mondo portoghese Rui Costa. Poi ci sono quelli che hanno direttamente bypassato il Tour, venendo dirottati o magari prerendo il Giro di Polonia: i nomi più illustri sono quelli di un altro ex idirato, Michal Kwiatkowski, e di chi il Polonia l'ha vinto, Tim Wellens, probabilmente il belga in assoluto più adatto all'esigente percorso brasiliano e alle dinamiche di una gara che rischia di chiamare i big allo scoperto molto presto. Per tutti e due, San Sebastián rappresenterà l'ultimo collaudo prima dell'imbarco. Stesso discorso per i cechi Zdenek Stybar e Petr Vakoc, mentre la prova a cinque cerchi rappresenterà il ritorno alle corse a oltre due mesi dal drammatico (sportivamente parlando) epilogo del Giro per Steven Kruijswijk, in cerca di riscatto dopo aver perso la maglia rosa con il ruzzolone giù dall'Agnello. Percorsi di avvicinamento diversi, diversissimi, verso un unico obiettivo: la gloria di Olimpia.