Mercoledì 24 Aprile 2024

Calcioscommesse, l'inchiesta di Cremona

L'inchiesta "New last bet" della procura di Cremona aveva nel mirino una organizzazione transnazionale dedita alla combine di partite di calcio

Cremona Maxiprocesso Calcioscommesse (FOTORASTELLI)

Cremona Maxiprocesso Calcioscommesse (FOTORASTELLI)

Roma, 16 maggio 2016  - Era il 28 maggio del 2012 quando scoppiò il caso che coinvolgeva anche l'allenatore della Juventus campione d'Italia, Antonio Conte. Con lui il difensore della nazionale Domenico Criscito e numerosi calciatori di serie A e B. Gli uomini della Polizia di Stato di Cremona, Brescia, Alessandria, Bologna e del Servizio Centrale Operativo eseguirono 17 arresti, 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e numerose perquisizioni in tutta Italia e all'estero, nei confronti di appartenenti ad una organizzazione transnazionale dedita alla combine di partite di calcio. 

I provvedimenti furono emessi nell'ambito dell'inchiesta "New last bet" della procura di Cremona. A finire in manette, tra gli altri, sono stati il capitano della Lazio, Stefano Mauri e il padovano Omar Milanetto. In mattinata un blitz della polizia nel ritiro della nazionale a Coverciano. 

Tra gli indagati, quasi 150, il difensore degli azzurri Domenico Criscito, l'attaccante del Genoa Giuseppe Sculli e l'allenatore della Juventus, Antonio Conte. La casa genovese di Criscito fu perquisita all'alba dagli uomini della squadra mobile, cosi' come quella del giocatore del Chievo, Sergio Pellissier. 

Il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, annunciò in conferenza stampa a Coverciano che Criscito non parteciperà agli imminenti Europei di Polonia e Ucraina. Per quanto riguarda Sculli, il gip di Cremona, Guido Salvini, non accolse la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Cremona. 

Perquisita anche l'abitazione di Antonio Conte, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Il suo coinvolgimento risale al periodo in cui era allenatore del Siena e alle dichiarazioni rilasciate dal calciatore Filippo Carobbio, che su Novara-Siena del 30 aprile 2011 aveva detto: "Conte ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara per il pareggio". 

Anche l'ex calciatore del Milan, Kakha Kaladze, risulta coinvolto nell'inchiesta, ma si dice "estraneo ai fatti". Tra le partite di serie A e B manipolate la scorsa stagione da parte dell'organizzazione, ci sono Brescia-Lecce, Palermo-Bari, Lazio-Genoa, Lecce-Lazio e Novara-Siena. 

La giustizia sportiva condannò Conte a 10 mesi, poi ridotti a quattro, di squalifica nell'ambito del secondo processo sportivo stagionale sullo scandalo Scommessopoli. 

La Commissione Disciplinare prosciolse da ogni accusa i calciatori della Juventus Leonardo Bonucci e Simone Pepe, nell'ambito del terzo processo sportivo sul calcioscommesse. I due giocatori erano stati deferiti dalla Procura federale per la presunta partecipazione alla combine della partita Udinese-Bari del maggio 2010. 

La Commissione ha poi prosciolto da ogni accusa l'ex calciatore del Bologna - ora tesserato per i canadesi del Montreal Impact - Marco Di Vaio. Sei mesi di squalifica per il difensore rossoblu Daniele Portanova, per il quale la Procura aveva chiesto 3 anni di stop, mentre il Bologna ha ricevuto soltanto un'ammenda di 30mila euro (il procuratore Palazzi aveva chiesto 2 punti di penalizzazione e 50mila euro d'ammenda). 

La Commissione Disciplinare ha inoltre prosciolto da ogni accusa l'Udinese. Per il club friulano, chiamato a rispondere per la presunta omessa denuncia dell'ex tesserato Simone Pepe in relazione alla gara Udinese-Bari del maggio 2010, la Procura federale aveva chiesto un'ammenda di 50mila euro. Prosciolti anche gli ex calciatori del Bari Salvatore Masiello, Nicola Belmonte e Daniele Padelli (quest'ultimo deferito per la presunta partecipazione alla combine della partita Palermo-Bari), oltre all'ex giocatore del Lecce Giuseppe Vives. In serie B il Novara, invece, scontò altri 2 punti di penalizzazione, oltre ai 3 già ricevuti nell'ultimo processo, mentre Lecce e Grosseto retrocessero per la responsabilità diretta connessa ai comportamenti dei rispettivi presidenti.