Inter, un passo indietro di 15 giorni

I progressi mostrati in campionato vengono cancellati d’un tratto in Europa. La brutta copia nerazzurra si fa travolgere a Praga con un 3-1 molto simile allo 0-2 dall’Hapoel. E in Coppa si fa dura.

Frank de Boer

Frank de Boer

Milano, 30 settembre 2016 - Uno sprazzo d’orgoglio di Palacio non basta a salvare l’Inter da una nuova catastrofe in Europa League. Il 3-1 di Praga avrebbe potuto essere anche più pesante visto che lo Sparta ha dominato per 80’ e lo scatenato Vaclav Kadlec ha avuto anche altre occasioni oltre alle due concretizzate al 7’ e al 25’ prima di sinistro e poi di destro grazie a due gravi amnesie difensive. La seconda in particolare avrebbe fatto infuriare anche l’allenatore di una squadra di pulcini visto che fin dalla più tenera età ogni calciatore sa di dover ostacolare una punizione, e Frank de Boer non poteva certo prendere bene la dormita generale sul passaggio di Frydek. “Abbiamo regalato un gol incredibile, ma se entri in campo con l’atteggiamento sbagliato dopo puoi parlare di tattica quanto vuoi e non serve a nulla. Il secondo tempo è andato leggermente meglio, ma sicuramente non come vorrei io e dopo il rosso a Ranocchia è diventato tutto più difficile. Abbiamo concesso troppo e dobbiamo migliorare molto in questo, altrimenti sarà difficile anche nelle prossime gare” prevede il tecnico olandese, che non rimpiange di aver fatto turn over cambiando 5 titolari rispetto alla gara di domenica scorsa con il Bologna. Non c’è tempo per piangersi addosso perché domenica c’è la trasferta contro la Roma di un Totti fresco quarantenne e capace di distribuire 3 assist nella vittoria 4-0 sull’Astra Giurgiu. In una giornata da dimenticare l’unica buona notizia è l’ulteriore miglioramento delle condizioni di Joao Mario, che sembra in grado di smaltire il suo infortunio muscolare ai gemelli in tempo per il posticipo dell’Olimpico. Senza il portoghese a dettare i ritmi del centrocampo l’Inter ha raccolto 3 sconfitte e due pareggi, il che non può essere una semplice casualità. E la situazione si fa molto complicata nel girone K di Europa League, con i nerazzurri desolatamente ultimi in classifica a quota zero mentre lo Sparta Praga ha 3 punti e insegue a -1 l’accoppiata Hapoel-Southampton dopo lo 0-0 di ieri a Be’er Sheva. L’andata si chiuderà il 20 ottobre, quando l’Inter avrà un solo risultato a disposizione al Meazza contro il Southampton, altrimenti il discorso qualificazione potrà dirsi praticamente chiuso, alla faccia dei proclami di de Boer sul desiderio di vincere l’ex Coppa Uefa. “Giocare in Europa non è semplice ed è completamente diverso rispetto alla Serie A, bisogna affrontare ogni gara come se fosse un derby mentre a Praga siamo scesi in campo solo quando eravamo già sotto 2-0. Sul secondo gol dovevamo metterci sulla palla, me lo hanno insegnato da piccolo, ma nessuno lo ha fatto e una squadra come la nostra non può permettersi certe ingenuità. Comunque non siamo ancora morti e la qualificazione dipende ancora da noi. Ora non è più tempo di parlare ma di tirare fuori tutto quello che abbiamo dentro e pensare alla Roma” sprona Felipe Melo, che ha favorito il primo gol con un’improvvida scivolata in area. L’unico a salvarsi dal naufragio ieri sera è stato Rodrigo Palacio, che ha riaperto la partita per pochi minuti con il gol del momentaneo 2-1 al 71’. “Loro hanno meritato la vittoria, non so spiegarmi perché abbiamo giocato così male e dovremo lavorare di più per vincere le altre partite. Abbiamo una rosa all’altezza, ma così non andiamo avanti. Non si può più sbagliare, dobbiamo vincerle tutte e sperare nei risultati delle altre” commenta l’argentino che per una gara ha preso il posto da titolare del connazionale Icardi. Dopo il rientro da Praga oggi ad Appiano Gentile è in programma il consueto allenamento di scarico per chi ha giocato ieri, mentre i tanti giocatori risparmiati o rimasti a Milano (Gabigol, Brozovic, Kondogbia, Santon ecc.) cominceranno a preparare la delicata gara di domenica in casa della Roma.