Juventus, Dybala scaccia la paura Dzeko ariete vincente. Napoli, serve un vero 'nueve'

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Brividi da Champions. Sono quelli che rischiano di far deragliare la Juve ogni volta che si annuncia un impegno europeo. Succede anche contro l’Udinese, tosta e ben strutturata da Del Neri. C’è il Lione alle porte e le rotazioni di Allegri consegnano al campo un inedito 4-4-2, troppo statico e scontato. Per vincere in rimonta, dopo il gol in apertura di Jankto, la Signora degli scudetti deve ricorrere alle magie di Dybala (punizione d’autore e rigore trasformato con sicurezza). Oltre alle qualità del fuoriclasse argentino pesa anche il rimpasto tattico di Allegri, che passa al 3-4-3 con Cuadrado spostato in attacco e Alex Sandro più avanzato a sinistra. Ma anche il finale di gara è costellato da rischi, con l’Udinese che sfiora più volte il gol. Insomma sul doppio binario Europa-campionato, le avversarie della Juve possono costruire qualche speranza di rincorsa.

Le primarie per designare la sfidante-scudetto laureano la Roma di Spalletti. La sfida del San Paolo, dove il Napoli era imbattuto da 22 partite, racconta le semplici ed eterne verità del calcio: vince chi sbaglia di meno e ha un centravanti di valore. Dzeko segna due gol (uno di piede e uno di testa) e Salah in contropiede mette il sigillo al 3-1 finale. Con una squadra imbottita di centrocampisti che agiscono da difensori, compreso lo splendido e inarrestabile Florenzi, la Roma sbanca Napoli. In barba alle qualità di gioco della squadra di Sarri che si muove e memoria, costruisce calcio con naturalezza ma non trova in Gabbiadini un perno offensivo degno del colosso Milik, oggi molto rimpianto. Il contropiede giallorosso, imperniato su Salah, Perotti e Dzeko, ha buon gioco. Anche per le leggerezze di Koulibaly. A forza di predicare calcio manovrato e di chiedere ai difensori di giocare sempre palla , si finisce per peccare di presunzione, come succede al colosso del Napoli che regala il primo gol con un liscio su Salah.

La Roma esce giustamente vincitrice da queste primarie-scudetto e si raccomanda soprattutto per il ritrovato equilibrio e la capacità di ferire in contropiede. Il sogno del Napoli non muore qui ma De Laurentiis deve cercare un’alternativa vera a Milik. Gabbiadini è una splendida seconda punta e un attaccante di qualità ma nei panni del centravanti sembra un ariete senza corna, tanto che Sarri finisce la partita con Mertens nel ruolo di «falso nueve». Ma a questo Napoli serve un nueve vero.