Mercoledì 24 Aprile 2024

Napoli, attacco in crisi: mai così male dal 2014

Era proprio da più di 3 anni che i campani non restavano a secco di gol per due partite di fila, certificando il periodo più difficile dell'era Sarri

Dries Mertens, 30 anni

Dries Mertens, 30 anni

Napoli, 12 dicembre 2017 - Dopo tanti elogi, adesso arriva l'inevitabile ondata di critiche. Gli azzurri stanno assaporando il lato brutto di essere nel mondo delle grandi del calcio, quello in cui non è concesso neanche vivere un periodo di appannamento. ANEMIA RECORD - Va detto che il Napoli sta attraversando qualcosa in più di una semplice fase di flessione, soprattutto per quanto riguarda il reparto avanzato, di solito fiore all'occhiello del gioco di Sarri. Sotto questo profilo, si può dividere questa frazione iniziale di campionato in due tronconi: nelle prime 11 giornate i partenopei hanno segnato 32 reti, nelle ultime 5 invece appena 3. Se la media gol fino a novembre era di 2,9 realizzazioni a partita, da novembre in poi è crollata a 0,6. Per trovare un'anemia offensiva del genere bisogna tornare addirittura al 2014, quando gli azzurri non punirono i portieri avversari per due match di fila, esattamente come accaduto ora contro Juventus e Fiorentina. A risolvere la sfida precedente alle due menzionate fu Jorginho sugli sviluppi di un rigore, mentre per individuare l'ultima rete su azione del Napoli in Serie A bisogna sfogliare il calendario fino al 18 novembre, quasi un mese fa, quando Zielinski stese definitivamente il Milan dopo la staffilata di Insigne. DRIES E JOSE' IN APNEA - Inutile ribadire quanto l'assenza del Magnifico stia pesando in un momento così delicato in cui il resto del tridente annaspa. Mertens e Callejon non esultano dal 29 ottobre, giorno in cui il San Paolo ammirò il trionfo della banda Sarri sul Sassuolo. Il declino dei due funamboli è la spiegazione tanto facile quanto di difficile soluzione dell'anemia che sta colpendo la fase realizzativa della seconda forza del campionato. Sul banco degli imputati ci va proprio l'allenatore azzurro, reo secondo parte della piazza di ostinarsi a schierare le stesse pedine. Tutto ciò alla faccia della duttilità di Giaccherini e della freschezza di Ounas. Alla verve del franco-algerino e al piede educato di Rog viene preferita la corsa di Zielinski nel ruolo di vice-Insigne, scelta che comunque sta pagando: il polacco è una delle poche note liete e il suo connazionale Milik scalpita per tornare già a gennaio per oliare gli ingranaggi offensivi di una squadra che accoglierà tra le sue fila anche Inglese. Se questi due innesti basteranno a risollevare le sorti del team campano sarà solo l'anno nuovo a dirlo: con la speranza di Sarri che la situazione si risolva presto, magari già a Torino.