Napoli, ecco De Laurentiis: giornali sempre in cerca di polemica

Conferenza congiunta tra presidente e allenatore per placare i presunti malumori emersi sui media. Per De Laurentiis la rosa è competitiva, ma i giornali tendono sempre al gossip.

Il presidente De Laurentiis con il tecnico Maurizio Sarri

Il presidente De Laurentiis con il tecnico Maurizio Sarri

Napoli, 14 ottobre 2016 – Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri di nuovo insieme pubblicamente. Il presidente ha fatto ritorno sulle scene sportive di Napoli dopo una serie di viaggi di lavoro che lo hanno tenuto lontano dalla squadra e dallo stadio. La conferenza stampa di oggi è stata l’occasione per mettere a tacere le presunte divergenze tra presidente e allenatore, e De Laurentiis l’ha sfruttata soprattutto per criticare la voglia di gossip dei media: “Sono venuto qui per fare un patto di collaborazione, perché dopo due giornate avevate già creato un romanzo – ha ammesso Adl – Non dovete certo parlare bene di me, ma del calcio in generale. Qualsiasi media propone pagine avvelenate su questo sport, quasi come fosse un male incurabile, invece dobbiamo seminare anche per i giovani. Il calcio italiano? E’ il sistema Italia a non funzionare, ma non si cambia mai. C’è Renzi ma appena arriva a qualcuno che prova a cambiare le cose viene messo in croce”.

IO E SARRI – Uno dei temi principali è stato chiaramente il rapporto con il tecnico Sarri, a detta di tanti incrinato da una divergenza di vedute su alcuni temi sensibili come polemiche arbitrali, forza della rosa e lotta per lo scudetto. Ecco il pensiero di De Laurentiis: “Le parole di Sarri sulla Juve vanno interpretate, sapete benissimo che aziende ci sono dietro quel club – ha affermato il patron – Si parla sempre di scudetto e speriamo di vincerlo, ma se dobbiamo vincere una volta in dieci anni cosa cambia? Datemi 100milioni in più di fatturato e vediamo come finisce. Torno allo stadio per amore di Sarri e della squadra, non per il San Paolo, io e lui mica dobbiamo fare l’amore pubblicamente. Con lui è tutto ok. Arbitri? Quelli che intervistano a fine partita sono dei lupi, feci la mia precisazione con un comunicato e dopo dodici anni non posso mica soffermarmi ancora su questo. Però una vittoria l’abbiamo avuta, ci sarà la moviola in campo”.

SARRI, NON MI SONO ARRESO – Proprio sull’argomento scudetto è invece intervenuto il tecnico Maurizio Sarri. Indispettito dall’interpretazione che hanno dato i giornali alle sue frasi post Bergamo, l’allenatore ha voluto precisare il suo pensiero e il messaggio che aveva cercato di illustrare alla stampa: “Io ho sempre detto che la Juve in Italia è come il Barcellona in Spagna e il Bayern in Germania, solo che dopo una sconfitta viene interpretata come una resa – ha specificato il tecnico – Io sono uno che non si arrende mai, tutti avete scritto che la Juve è la più forte di tutti e che la mia era una resa, obiettivamente questo mi ha fatto girare le scatole. Quelli che si arrendono non arrivano fino a qui dalla Seconda Categoria”. Ora la Roma, per reagire immediatamente e mandare un segnale chiaro alla Juventus. Il pensiero di Sarri sulla partita: “Per noi sarà molto importante perché veniamo da una brutta prova – ha proseguito – La Roma ha un potenziale offensivo eccellente ed è allenata da un tecnico di grandi capacità. Spero che Bergamo non abbia lasciato incertezze”. Spazio dunque a Gabbiadini, chiamato al definitivo salto di maturità: “A Manolo non devo dire nulla, lui e MIlik hanno giocato quasi allo stesso modo e non esiste il concetto ‘non c’è Milik allora c’è Gabbiadini’. Sicuramente Manolo non può giocarle tutte, inventeremo qualcosa alla lunga, ma resta un grande giocatore”. Chiusura sul futuro del Napoli: “Nel lungo periodo la società ha agito benissimo, non andando su giocatori bolliti ma su elementi di prospettiva. Abbiamo giocatori che magari nei prossimi sei mesi ci faranno bestemmiare ma che in futuro faranno grandi cose. Per vincere dovremo superare alcuni limiti che ancora abbiamo, soprattutto nelle partite in cui le cose non vanno come vorremmo. Lì dobbiamo gestire meglio il match, ma da questi errori passa anche la crescita di questi ragazzi. Ci serve la mentalità per considerare uguali tutte le partite”.