Lazio, Lotito: "Futuro Keita? Chiedetelo a lui"

Il presidente biancoceleste parla di mercato e delle situazioni di Keita e Biglia

Claudio Lotito

Claudio Lotito

ROMA, 28 giugno 2017 – Prima l’intervento lunghissimo all’antimafia, poi qualche breve dichiarazione sul mercato della Lazio, all’uscita dall’evento. Sono tanti i tifosi biancocelesti che si interrogano su quello che sarà il futuro della squadra capitolina, che al momento non ha ancora concluso nessuna operazione di mercato. Biglia, Keita e De Vrij sono ancora nella Capitale, desiderosi di andare via, e in entrata nessuno è arrivato per rinforzare la squadra di Inzaghi. "Borini al Milan? Di mercato ne parlerò con Tare, è lui il preposto. Prima vi lamentavate che Lotito faceva tutto, adesso invece abbiamo diviso i ruoli, ognuno ha il proprio e sulla base di questo posso dire che la Lazio è una società tranquilla che sa cosa deve fare. Mercato all’altezza dell’Europa League? La Lazio farà il mercato che è giusto fare per poter competere. Cosa dire ai tifosi? Non nascondetevi dietro i tifosi. I tifosi si aspettano quello che la società farà. Keita rimane? Questo dovete chiederlo a Keita, o al suo procuratore, che forse chiederete meglio. Biglia al Milan è ancora possibile? Chiedetelo a loro”.

IL DISCORSO ALL’ANTIMAFIA - “Grazie della possibilità di fare una disamina di questo mondo che, come dire, è un mondo un po’ particolare. Le persone che non vivono all’interno del sistema probabilmente hanno una visione completamente diversa perché etichettano tutti come tifosi. Tifoso significa appassionato, ma poi all’interno dei tifosi ci sono delle persone che delinquono in modo comune. Adesso dirò alcune cose senza timore di essere smentito. Senza falsa modestia io sono stato il primo che ha assunto una posizione molto chiara, che ha fatto una scelta di campo: tra il consenso e la legalità io ho scelto la legalità, assumendomi poi tutte le responsabilità e le conseguenze che poi ne sono derivate ai fini della sicurezza personale, della famiglia e quant’altro... Oggi a posteriori ritengo che sia stata una scelta giusta e una scelta che può essere perseguita da tutti quanti e che può portare a dei risultati concreti come è accaduto per la Lazio. Quando io sono entrato nella società nel 19 luglio del 2004 ho ereditato una società che fatturava 84 milioni, ne perdeva 86,5 e aveva 550 milioni di debiti. Ma che c’entra questo? C’entra perché valeva 1070 miliardi e il sottoscritto entra comprando il 25%, mettendo, all’epoca, 50 miliardi di lire, e poi alla fine, con la crescita all’interno del mercato, sono arrivato ad avere circa il 70%. Quindi mettendo circa 150 miliardi personali – che significa che afferiscono alle banche e quindi all’obbligo di ristornarli – ho preso circa 1070 miliardi. Ma perché l’hai fatto? Perché a me piacciono le sfide, tutti la consideravano una sfida impossibile, io l’ho considerata come una sfida al limite, come gli sport estremi. Pare che i risultati poi mi abbiano dato ragione perché oggi la Lazio ha un rating dal punto di vista economico tra le migliori del campionato italiano. Soprattutto ha avuto una crescita patrimoniale consistente che permette di renderla autonoma e di non dover sottostare a ricatti e quant’altro”.