Giovedì 18 Aprile 2024

Gianfranco Zola, Magic Box in un disco di King Krule

Il giovane cantante inglese, tifoso del Chelsea, molto apprezzato anche dalla critica musicale, cita il calciatore sardo in una canzone: "Ancora sognavo di essere Gianfranco Zola"

Gianfranco Zola con la maglia del Chelsea (Ansa)

Gianfranco Zola con la maglia del Chelsea (Ansa)

Londra, 9 dicembre 2017  - Gianfranco Zola oltre ad essere un mito in Italia, lo è nel Regno Unito. Il Magic Box sardo è così ammirato dai suoi fan, che uno dei più promettenti rocker inglesi della nuova generazione, King Krule, supporter del Chelsea lo ha messo su un suo disco.

King Krule non è un artista a caso, la stampa specializzata del suo Paese lo chiama il Chet Baker dei giorni moderni per le contaminazioni jazz dei suoi lavori. Zola è citato nel brano che si chiama Biscuit town. E' vero che la canzone non parla di calcio, ma nelle prime strofe si sentono nome e cognome del campione di Oliena: "still had dreams of being Gianfranco Zola", cioè: "ancora sognavo di essere Gianfranco Zola". 

A conti fatti si può anche comprendere che Archy Ivan Marshall, King Krule, nato nel 1994 e cresciuto a Londra all'età giusta per esssere uno dei ragazzini esaltati tra il 1996 e il 2003 dall'attaccante italiano del Chelsea. Forse il numero col tacco in Coppa d'Inghilterra contro il Norwich ha acceso la passione di King Krule. Era il 2002, e il cantante aveva sei anni: l'età giusta per apprezzare e non dimenticare mai più certi miracoli del calcio.

 Zola ha lasciato più di un buon ricordo in Inghilterra, incidendo sull'immaginario calcistico e in qualche modo anche sociale del Regno Unito, e ricevendo l'onorificenza di ufficiale dell'ordine dell'impero britannico nel 2004. Un riconoscimento che premia il giocatore e l'uomo, per il suo comportamento fuori dal campo.

Nato nella Corrasi di Oliena, Zola è cresciuto nella Nuorese e poi è stato valorizzato dalla Torres. Il passaggio al Napoli, a fianco di Maradona, lo ha fatto conoscere anche nel massimo campionato italiano. Poi la fama, anche grazie alle coppe e all'ulteriore consacrazione con la maglia del Parma, è diventata internazionale. Tanto da convincere l'allora emergente e ricco Chelsea a portarlo in Premier League. Con i blues è diventato la Magic box, la scatola magica.

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