Lunedì urna ad alto rischio. E ora Allegri deve trovare gli equilibri con Dybala

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Decide Higuain alla sua maniera. Un destro secco dal limite dell’area per tornare al gol dopo un mese abbondante e regalare alla Juve il primo posto del gruppo di Champions. Che poi questo piazzamento sia un grande vantaggio è tutto da dimostrare, considerando che fra le seconde classificate spiccano i nomi di Manchester City e Real Madrid, Bayern e Psg. Di certo la Juve non troverà negli ottavi il Barcellona e neppure l’Atletico di Simeone ed è già tanta grazia. In attesa che il sorteggio di lunedì tolga i veli al prossimo avversario dei bianconeri, resta da valutare la Juve delle seconde linee, che di certo non brilla contro la modestissima Dinamo di Zagabria (0 gol e 0 punti nel girone di Champions).

Allegri approfitta dell’avversario per mandare in campo una difesa tutta nuova, con Neto fra i pali e la mitica BBC sostitutita da Benatia, Rugani ed Evra, impiegando il giovane italiano nel ruolo di novello Bonucci. Tocca proprio a Rugani, molto sicuro e autorevole come regista difensivo, firmare anche il raddoppio della Juve con un colpo di testa che gli vale il terzo gol della stagione e la piena coscienza di una crescita tecnica importante Senza il morso della tarantola della sfida di campionato con l’Atalanta, la Juve sembra morbida e prevedibile, anche perché Asamoah, schierato come esterno sinistro al posto di Alex Sandro è un gattone imballato. Ecco perché Allegri corregge il suo 5-3-2 in un 4-3-1-2 con Asamoh spostato nel ruolo di interno e Pjanic rifinitore dietro le punte, Higuain e Mandzukic.

Il croato si danna secondo costume, mentre il Pipita gira a lungo a vuoto, stressato dal digiuno di gol, fino alla zampata da campione che vale l’1-0. Per vedere classe e invenzioni di alta scuola, bisogna aspettare il finale di partita, quando Allegri fa entrare Dybala, a lungo fermo per infortunio. La qualità dell’argentino manca tanto alla Juve e questo ritorno annuncia un’era nuova per i bianconeri, che avranno solo il problema di collocarlo in campo: al posto del fantastico lottatore Mandzukic o di Pjanic? Allegri ha tempo per progettare una Juve che trovi spazio a tutti i suoi campioni. In fondo non è un rebus impossibile