Decide Higuain alla sua maniera. Un destro secco dal limite dell’area per tornare al gol dopo un mese abbondante e regalare alla Juve il primo posto del gruppo di Champions. Che poi questo piazzamento sia un grande vantaggio è tutto da dimostrare, considerando che fra le seconde classificate spiccano i nomi di Manchester City e Real Madrid, Bayern e Psg. Di certo la Juve non troverà negli ottavi il Barcellona e neppure l’Atletico di Simeone ed è già tanta grazia. In attesa che il sorteggio di lunedì tolga i veli al prossimo avversario dei bianconeri, resta da valutare la Juve delle seconde linee, che di certo non brilla contro la modestissima Dinamo di Zagabria (0 gol e 0 punti nel girone di Champions).
Allegri approfitta dell’avversario per mandare in campo una difesa tutta nuova, con Neto fra i pali e la mitica BBC sostitutita da Benatia, Rugani ed Evra, impiegando il giovane italiano nel ruolo di novello Bonucci. Tocca proprio a Rugani, molto sicuro e autorevole come regista difensivo, firmare anche il raddoppio della Juve con un colpo di testa che gli vale il terzo gol della stagione e la piena coscienza di una crescita tecnica importante Senza il morso della tarantola della sfida di campionato con l’Atalanta, la Juve sembra morbida e prevedibile, anche perché Asamoah, schierato come esterno sinistro al posto di Alex Sandro è un gattone imballato. Ecco perché Allegri corregge il suo 5-3-2 in un 4-3-1-2 con Asamoh spostato nel ruolo di interno e Pjanic rifinitore dietro le punte, Higuain e Mandzukic.
Il croato si danna secondo costume, mentre il Pipita gira a lungo a vuoto, stressato dal digiuno di gol, fino alla zampata da campione che vale l’1-0. Per vedere classe e invenzioni di alta scuola, bisogna aspettare il finale di partita, quando Allegri fa entrare Dybala, a lungo fermo per infortunio. La qualità dell’argentino manca tanto alla Juve e questo ritorno annuncia un’era nuova per i bianconeri, che avranno solo il problema di collocarlo in campo: al posto del fantastico lottatore Mandzukic o di Pjanic? Allegri ha tempo per progettare una Juve che trovi spazio a tutti i suoi campioni. In fondo non è un rebus impossibile