Venerdì 19 Aprile 2024

Inter-Pordenone: male le riserve, ma non è tutto da buttare

Dalbert, Karamoh, Cancelo e Pinamonti non brillano, ma tutta l’Inter si è fatta trovare impreparata di fronte alla motivazione del Pordenone

Yann Karamoh

Yann Karamoh

Milano, 13 dicembre 2017 – Guardando all’ottavo di finale di ieri sera si potrebbe tranquillamente procedere alla bocciatura di tutte le riserve schierate da Luciano Spalletti. Partendo dall’oro di casa Andrea Pinamonti, sostituito all’intervallo, passando per i vari Dalbert, Cancelo e Karamoh. Zero gol per l’Inter contro una squadra di Serie C in 120 minuti. Il clamore è tanto. Ma in realtà, è stata tutta la squadra a mancare l’appuntamento, forse distratta da un avversario considerato inconsciamente debole. Non hanno fallito solo le riserve, ma anche qualche titolare, soprattutto col passare dei minuti quando si è capito che il Pordenone non avrebbe mollato fino a portare tutti ai rigori, senza contare qualche ottima occasione da gol costruita e che poteva sancire il prosieguo della favola. Troppi personalismi tra i giocatori dell’Inter, quasi come a voler risolvere la partita in maniera individuale mentre di fronte c’era una squadra capace di aiutarsi e sostenersi. Difficile, in questo contesto, emergere per chi ieri sera era chiamato a dimostrare qualcosa in una partita che probabilmente offriva pochi stimoli. Le riserve sono chiaramente andate incontro a qualcosa di prevedibile: strafare per mettersi in mostra.

NON E' TUTTO DA BUTTARE – La campagna acquisti nerazzurra estiva resta comunque di prospettiva. Improntata su un 18enne capace già di essere titolare in Ligue 1, su un esterno proveniente dal Valencia e con tanto mercato in Europa e su un terzino sinistro che aveva contribuito a portare in alto il Nizza. Serve tempo, pazienza, la necessità di rivedere questi elementi in contesti più complicati tecnicamente ma anche più stimolanti. Nessuna mancanza di rispetto verso il Pordenone, giustamente lodato da Spalletti in conferenza stampa, solo una fisiologica difficoltà nell’affrontare con il coltello tra i denti un ottavo di Coppa Italia con di fronte una squadra di Serie C. Su questo aspetto della mentalità nerazzurra dovrà ora lavorare Spalletti, rendere cioè pronte le seconde linee per il campionato quando la fatica, qualche infortunio o qualche squalifica obbligherà Spalletti a uscire dal recinto di quei 12-13 giocatori utilizzati fino a qui. E’ forse l’ultimo step per il tecnico, che chiaramente non può rimettere in discussione quanto di buono fatto fino a qui sulla base di una partita di Coppa Italia. Serve pragmatismo, analisi delle cause e possibili soluzioni: non bocciature preventive.