Icardi choc: assedio. Ultrà sotto casa

Dopo le dure contestazioni della curva un gruppo di tifosi lo ha atteso al rientro dallo stadio. Striscione offensivo e tensione: le versioni della vicenda

Lo striscione contro Icardi (Ansa)

Lo striscione contro Icardi (Ansa)

Milan, 17 ottobre 2016 - IL GRANDE strappo tra Mauro Icardi e la Curva Nord si consuma nell’arco dell’intera domenica e si chiude con un giallo che va oltre i confini della partita tra Inter e Cagliari. Dopo il comunicato pubblicato nella notte e la contestazione al Meazza, una quarantina di persone appendono un altro striscione sotto casa del giocatore che “invita” a far arrivare i fantomatici amici dall’Argentina, citati nel libro. Secondo Massimo Brambati, ex difensore della Juventus e opinionista tv (oggi residente nello stesso stabile del centravanti) avrebbero provato ad assaltare l’auto del centravanti e si sarebbero allontanati dopo l’arrivo dell’addetto alla sicurezza. La circostanza viene smentita in serata sia da Wanda Nara che dalla società nerazzurra: «Contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di informazione nessuna tentata aggressione si è verificata questa sera».   LA MICCIA alla base di tutto è rinchiusa in poche righe nell’autobiografia del giocatore, dove si rivanga improvvidamente un episodio del gennaio 2015 dopo una sconfitta contro il Sassuolo. La Curva Nord si infuria: «Icardi con noi ha chiuso, togliti la fascia pagliaccio». A nulla servono le scuse che arrivano su Instagram, a pochi minuti dal calcio di inizio: «Sono dispiaciuto per questo polverone - scrive Icardi -. Ho semplicemente raccontato un episodio seguendo i miei ricordi. La fascia da capitano rappresenta la realizzazione dei miei sogni di bambino, spero che avrete compreso quanto importanti siete per me e quanta stima e amore nutra per voi anche se deciderete di fischiarmi. Vi chiedo solo una cosa da capitano: state vicini all’Inter come avete sempre fatto». Al contrario, gli ultras scatenano l’inferno. Striscioni, cori e un’atmosfera che diventa presto surreale. La Nord lo insulta in ogni modo (da mitomane a infame) lo ignora quando sbaglia il rigore. Spende cori per “il capitano” Zanetti e per Zamorano (ospite a San Siro) nonostante i cori ad personam siano vietati dalla Curva dal 2010, scottati da Balotelli. Un atteggiamento criticato dal resto dello stadio che si schiera apertamente contro la Curva: cori «scemi, scemi» e applausi a Icardi anche dopo l’errore dagli undici metri, tra gli episodi chiave dell’insuccesso nerazzurro. «Mauro è il nostro rigorista - racconta De Boer -, un gol avrebbe potuto aiutarlo. Valuteremo la situazione con calma, dovremo prendere la decisione giusta. È il momento più difficile della nostra stagione».