Accusa Besiktas: la Fiorentina deve darci quanto ci spetta per la cessione di Gomez

I turchi rivendicano il 50% della vendita del tedesco, insinuando come i viola stiano nascondendo le vere cifre dell'affare.

Mario Gomez

Mario Gomez

 Firenze, 27 settembre 2016 - Il filo conduttore che lega Mario Gomez alla Fiorentina sembra proprio non volersi spezzare del tutto. Chi pensava che la cessione al Wolfsburg mettesse fine alla storia fra il tedesco e il club viola si dovrà ricredere. Non che esista l'ipotesi di un ritorno in riva all'Arno del panzer. La vicenda in questione è di natura economica e coinvolge una terza parte: il Besiktas, squadra dove "Super Mario" ha militato nella passata stagione, in prestito dal club dei Della Valle. Dalla Turchia rimbalza l'accusa del mancato pagamento da parte della Fiorentina alla società di Istanbul del 50% della vendita di Gomez.

DIATRIBA ITALO-TURCA - L'accordo, stipulato dodici mesi or sono, prevedeva che i viola girassero la metà di quanto ricavato da un'eventuale cessione del proprio attaccante, ma questo evidentemente non è avvenuto. Secondo quanto riportato dai media turchi, sarebbe pervenuto nella sede del Besiktas un documento dalla Federazione tedesca che attesterebbe che l'acquisto di Gomez sia costato al Wolfsburg 7 milioni. La società bianconera ne avrebbe dovuti intascare 3,5, ma la Fiorentina ha fatto sapere di aver messo a bilancio solo un milione. I turchi non si arrendono però, insinuando come i viola stiano tenendo celate le vere cifre dell'affare.

ACCUSA - "La Fiorentina ci nasconde la verità, non vuole darci il denaro che ci spetta per il trasferimento di Mario Gomez al Wolfsburg. I nostri professionisti stanno lavorando su questo", racconta il segretario generale Ahmet Urkmezgil. Una diatriba che insomma rischia di protrarsi nel tempo, creando al club toscano non pochi grattacapi. La grana Gomez non è ancora stata risolta e questi nuovi sviluppi potrebbero costare ulteriori danni di quanto l'esperienza del tedesco in riva all'Arno non abbia già fatto. Un investimento che, senza ombra di dubbio, può essere definito come il più disastrato dell'era dei Della Valle, sia sportivamente che economicamente parlando.