Zeman sfida la Juve: "Stimolante come 20 anni fa"

Il boemo spera di fare uno sgambetto ai bianconeri con il suo Cagliari: "Faremo il nostro, abbiamo poco da perdere. Giocare questa partita è sempre un piacere"

Zedenek Zeman (Ansa)

Zedenek Zeman (Ansa)

Cagliari, 17 dicembre 2014 -  Quella contro la Juventus non è mai una partita normale per Zdenek Zeman. Il tecnico boemo sente la partita, sia per le polemiche del passato ma soprattutto perché il suo Cagliari ha assoluto bisogno di fare risultato: "Giocare contro la Juve è un piacere, dà stimoli, oggi come vent'anni fa. Abbiamo poco da preoccuparci, perché tanto contro di loro abbiamo poco da perdere", spiega il boemo alla vigilia. "Quali giocatori toglierei ad Allegri? Tutti, ma il problema è il loro collettivo - sottolinea Zeman -. Dobbiamo fare il nostro, sappiamo che è molto difficile ma dobbiamo provarci lo stesso".  

Dal suo Cagliari si aspetta di più e spera che domani sera arrivi una risposta importante dal suo gruppo: "Non contano i singoli, ma l'approccio alla partita della squadra. Dovremo essere concentrati su ogni pallone e commettere meno errori possibili sia in fase difensiva che in fase di ripartenza".

Da Conte ad Allegri, la Juventus ha cambiato guida tecnica e secondo Zeman qualche differenza c'è. "Penso che la squadra di Conte giocasse su ritmi più alti, questa di Allegri preferisce fare più possesso palla, ma in realtà sono dettagli". Zeman si sofferma anche sulla classifica del Cagliari, terzultimo con 12 punti. Se il campionato fosse finito domenica scorsa, i sardi sarebbero in B. "La nostra posizione non è quella che ci aspettavamo. Non siamo riusciti a vincere in casa ed è normale che se fai il massimo e i risultati non arrivano, subentri un po' di preoccupazione, tanto più che questa è una squadra giovane, con poca esperienza".

Quindi Zeman spiega l'assenza all'incontro di Milano tra gli allenatori e Conte: "Non potevo lasciare la squadra da sola a 48 ore dal match. Avevo già avvertito che non sarei potuto andare, con molto rammarico - sottolinea il tecnico del Cagliari - anche perché penso che la Nazionale debba costituire il vertice del movimento calcistico di un paese".