Nba finals 2017, Golden State campione. LeBron si arrende a Durant

Il numero 35 di Golden State gioca un'altra partita perfetta (39 punti, 7 rimbalzi e 5 assist), spinge i californiani a vincere il secondo anello in tre anni e porta a casa il titolo di MVP delle finali

Kevin Durant (LaPresse)

Kevin Durant (LaPresse)

Oakland (Stati Uniti), 13 giugno 2017 - Missione compiuta. Steph Curry soltanto pochi giorni fa si era detto sicuro del fatto che i Golden State Warriors avrebbero chiuso la pratica per il titolo in gara 5 e così puntualmente è stato. Un titolo - il quinto della storia della franchigia e il secondo in tre anni - inseguito per dodici lunghissimi mesi in cui i californiani hanno senz'altro pensato e ripensato più volte a quanto successo un anno fa, quando i Cavs riuscirono a vincere il titolo dopo essere finiti sotto 3-1 nella serie, e a come poter gustare la loro vendetta perfetta. L'arrivo di Kevin Durant - che la scorsa estate ha scelto la franchigia californiana proprio per assaporare il gusto della vittoria - ha poi aumentato in maniera esponenziale il potenziale dei californiani che, dopo aver chiuso la regular season con il miglior record di vittorie della lega - 67 - hanno cominciato i playoff con 15 successi, prima di conoscere anche l'amarezza della sconfitta che però non ha scalfito le certezze di un gruppo che ha sempre avuto fisso nella mente l'obbiettivo di alzare quel trofeo  e questa notte ce l'ha fatta. 

Golden State ce l'ha fatta battendo 129-120 i Cleveland Cavaliers - che pure hanno lottato fino alla fine senza mai risparmiarsi - in una gara 5 dominata dalle straripanti giocate di un incontenibile Kevin Durant che più di tutti sognava di alzare il Larry O'Bryen Trophy e che ha giocato queste finali con una fame di vittoria e una cattiveria agonistica senza precedenti e le ha chiuse con  l'ennesima prestazione da incorniciare: 39 punti - frutto di un 14/20 al tiro (5/8 da tre punti e 6/6 ai liberi) - 7 rimbalzi e 5 assist che lo hanno condotto anche alla conquista del premio di MVP delle Finals, battendo il diretto rivale LeBron James che pure ha disputato una finale di assoluto valore conclusa con i 41 punti, 13 rimbalzi e 8 assist mandati a referto in questa gara 5 giocata da entrambe le parti con intensità selvaggia. 

"Finalmente ci siamo riusciti" ha detto un Durant visibilmente commosso a fine serata. " In questo sport bisogna sapersi sacrificare - ha proseguito il numero 35 di Golden State - e saper mettere di fronte alle proprie responsabilità sé stessi e i compagni. Questo è quello che ho cercato di fare io in queste finali senza perdere la mia aggressività in campo. Iguodala - altro grande protagonista di questa gara 5 con 20 punti segnati e tantissima difesa - mi ha sempre detto che questo sarebbe stato il mio momento e che avrei dovuto andare a prendermi quanto mi spettava. Ma questo successo è di tutti non solo mio. Sono troppo felice. A mia mamma ho detto che sin da quando avevo otto anni insistevo sul fatto che avrei vinto almeno un titolo NBA e così è andata".

Per vincere però i Warriors hanno dovuto rimboccarsi le maniche perché, dopo essere finiti a -8 (41-33) a cavallo tra primo e secondo quarto grazie ai canestri di un tarantolato James (12 dei primi 20 punti dei Cavs portano la sua firma), i Warriors si sono tolti di dosso la tensione che li attanagliava ad inizio gara e hanno accelerato improvvisamente, piazzando un 21-2 di parziale alimentato dalle bombe di Curry (34 punti e 10/20 al tiro) e Durant che li ha fatti schizzare a +11 (54-43) diventato poi, pochi sitanti più tardi, anche +15 sul 65-50. Passato il momento di blackout offensivo, Cleveland ha provato a reagire grazie a 8 punti in chiusura di tempo griffati da J.R. Smith - autore anche di una tripla da metà campo a fil di sirena - che ha contenuto il passivo (71-60) all'intervallo lungo. Nel terzo quarto è salito in cattedra anche un Tristan Thompson apparso molto in ombra - così come Kevin Love - nel primo tempo. Il numero 13 dei Cavs ha fatto a sportellate in area creando non pochi grattacapi ai pari ruolo californiani e ha aperto spazi importanti per le conclusioni di James, Smith e Irving le quali hanno ricucito il gap fino al -5 di fine terzo quarto (98-93). La voglia e la determinazione di Durant e compagni però ha fatto la differenza nella frazione finale, consentendo ai Warriors di prendere nuovamente un margine di distanza dagli avversari e di chiudere il match senza rischiare troppo.