Mercoledì 24 Aprile 2024

NBA 2017, i segreti e il pronostico della stagione

I campioni in carica dei Cavs di LeBron James o i Warriors stellari di Curry, Durant e Thompson? La top five della National Basketball Association

Kevin Durant e Stephen Curry (AFP)

Kevin Durant e Stephen Curry (AFP)

Bologna, 19 ottobre 2016 - Il 26 ottobre alle 2 di mattina italiane inizierà la stagione NBA 2016-17 con i Cleveland Cavs di LeBron James campioni in carica che ospiteranno i  New York Knicks.

Andiamo subito al sodo e diamo la Top five di QS.it delle grandi favorite.

1 - Golden State Warriors - Come esimersi? Infatti, non è possibile per somma di talenti, gioco espresso e attitudine, non dare i Warriors come i primi accreditati all'anello. Nel 2016 forse sono stati la più grande delusione, da campioni uscenti, con la sconfitta 4-3 in finale, dopo il record di vittorie totali (73) in stagione regolare. CI sono l'MVP all'unanimità della stagione regolare, Steph Curry, il miglior tiratore da 3 punti della storia, il suo alter ego Klay Thompson, con l'aggiunta di Kevin Durant, probabilmente l'attaccante più completo della NBA e trascinatore di Team USA alle Olimpiadi di Rio. Di fatto, il centrocampo di un quintetto all'All Star Game. Soprattutto si tratta di giocatori duttili. E il sistema di Steve Kerr s'è dimostrato elastico, in svariate situazioni. Ci sarà da sistemare il leader morale Draymond Green, uscito centrifugato dagli ultimi play-off. Sono partiti molti veterani come Barnes, Bogut, Barbosa, Speights, Ezeli e Rush. Una partenza a razzo non è da mettere in preventivo, ma su un finale scoppiettante siamo ben disposti a scommettere.

2 - Cleveland Cavs - Il re è LeBron James, non ci sono dubbi. In campo, da anni, gioca per due, in attacco e in difesa, capace di trascinare o rianimare una squadra. Il trio dei Cavs, con un grandissimo Kyrie Irving e un Kevin Love ridimensionato, ma inserito, funziona benome. E coach Tyronn Lue non fa troppi danni, almeno per il momento. Con J.R. Smith che ha trovato l'accordo, l'asse e le gerarchie non sono variate. Cleveland non è una squadra giovane, ma matura al punto giusto. E soprattutto all'Est ha solo sparring partner, garanzia di dover spendere meno energie mentali per arrivare alle Finals rispetto alle concorrenti dell'Ovest.

3 - San Antonio Spurs - Ci giochiamo i "nonni". Non c'è più Tim Duncan, la miglior ala grande di tutti i tempi, ma c'è Popovich col suo sistema, due pretoriani come Ginobili e Parker, un giocatore dominante - in questo secondo solo a LeBron -  su tutti i 28 metri del campo come Kawhi Leonard e due animali d'area come LaMarcus Aldridge e Pau Gasol. Stagionati, ma tostissimi. Bisogna vedere solo quanta benzina c'è ancora nel serbatoio, tenendo bene a mente che Mills e Green posso pungere anche in gare chiave. L'autorevolezza degli Spurs è totale e in un corpo a corpo di una serie play-off potrebbe prevalere contro chiunque. In due serie, forse no.

4 - Los Angeles Clippers - Il circo volante di Doc Rivers all'ultima chiamata. Chris Paul, il play puro più forte, Blake Griffin, l'ala atleticamente, e non solo, più straripante, e DeAndre Jordan, il pivot fisicamente più forte, sono all'incrocio decisivo. Con l'appoggio del caldissimi veterani J.J. Redick e Jamal Crawford e di un organico rafforzato, il cerchio si chiude. Come somma di talenti, i Clippers possono competere con tutti. Saranno maturati o rimarranno una specie di All Star team intinerante per 8 mesi?

5 - Oklahoma City Thunder - Sotto con il jolly. Hanno perso Durant, uno dei cinque giocatori più forti del mondo, e possono provare a vincere? Gicoata pazza, lo sappiamo, ma con OKC è rimasto l'atleta più incredibile della pallacanestro. Per velocità, inarrivabile, elevazione e forza fisica. Russell Westbrook senza KD avrà briglia sciolta: tutto partirà da lui. Egoista? La scorsa stagione ha viaggiato a 10,4 assist a partita. Le performances statistiche saranno esaltanti, ma ci sono ragazzi come Oladipo, Ilyasova, Sabonis (il figlio di Arvydas), Abrines e le roccie Steven Adams e Enes Kanter a promettere acuti non certo banali. Saranno scomodi.