Giovedì 25 Aprile 2024

Basket, Klay Thompson infallibile. Stati Uniti in finale

L'esterno dei Golden State Warriors segna 22 punti con il 50% dal campo e trascina Team USA al successo sulla Spagna. All'Arena Carioca finisce 82 a 76

Klay Thompson (LaPresse)

Klay Thompson (LaPresse)

Rio de Janeiro, 19 Agosto 2016 – Team USA rispetta il pronostico e si guadagna la finale olimpica battendo 82 a 76 la Spagna al culmine di una gara di grande intensità, in cui gli Stati Uniti sono sempre rimasti avanti nel punteggio pur senza strafare sul piano del gioco. Onore al merito però per gli iberici che hanno più volte tentato piazzare la zampata del sorpasso senza riuscirci perché respinti dalle giocate chirurgiche di un Klay Thompson in grande spolvero e autore di ben 22 punti con il 50% dal campo 8/16). Ora gli americani attendono la vincente del match tra Australia e Serbia che si giocherà nella notte. 

Avvio a dir poco deciso degli Stati Uniti che sfruttando il gioco in campo aperto e i canestri di Kevin Durant e DeAndre Jordan si portano subito sul 7 a 2. La Spagna soffre molto a rimbalzo (6-1 il computo delle carambole offensive dopo i primi 10 minuti di gioco, 20 a 7 quello complessivo) e in attacco dipende pressoché totalmente dalle giocate di Pau Gasol che, contrariamente a quanto dichiarato ieri dal CT iberico Sergio Scariolo, appare decisamente in forma e segna 12 dei 17 punti siglati dalla Spagna nel primo quarto che si conclude sul 26-17 per Team USA. Le cose cambiano leggermente agli albori del secondo quarto quando Scariolo schiera la difesa a zona che frutta un illusorio riavvicinamento della compagine europea, abile a riportarsi a -6 (26-20). La contro-reazione nordamericana però non si fa attendere e porta le firme del solito DeAndre Jordan e Klay Thompson che allontanano nuovamente gli avversari con un paio di conclusioni ravvicinate (30-20). In un momento di grande difficoltà la Spagna per contrastare la fisicità di Team USA decide quindi di schierare il quintetto con i tre lunghi e Claver in veste di ala piccola, e riesce a trarre da subito un tangibile giovamento da questa intuizione: i ritmi dell'attacco nordamericano vengono infatti spezzati dall'aggressività della difesa iberica che riesce persino a costringere Durant al prematuro terzo fallo che, unito ad un parziale di 13-7, riporta a contatto la Spagna: 33-30. Il tecnico fischiato a Llull – il quinto complessivo della serata in meno di 20 minuti – e la fiammata di Carmelo Anthony consentono però agli USA di non essere sorpassati e di chiudere il primo tempo avanti di sei punti (45-39). Non è un caso però che il recupero spagnolo sia coinciso, oltre che con lo schieramento del quintetto pesante e della difesa a zona, anche con un miglior lavoro a rimbalzo (11-7 per gli europei nel secondo quarto).

Al rientro dagli spogliatoi il livello dell'intensità e la qualità del gioco si alzano sensibilmente e a trarne il maggior vantaggio è Team USA che riesce ad esaltare la propria qualità e fisicità trovando il nuovo massimo disavanzo sulla schiacciata in tap in di Jordan (51-40). Tutt'altro che arrendevole però la Spagna che con Gasol e Rodriguez si aggrappa ancora una volta agli avversari (61-55) – alle prese con qualche amnesia offensiva di troppo – e si trova addirittura nelle mani la tripla del -3 che però si spegne sul ferro. Gol sbagliato, gol subito e siglato precisamente da Durant che non si lascia scappare la ghiotta occasione di mandare a bersaglio una comoda tripla sul tardivo recupero della difesa spagnola (64-55). Un +9 che DeAndre Jordan preserva con uno straordinario alley oop in chiusura di terzo quarto (66-57). Lo sforzo profuso per stare al passo degli americani inizia però a pesare sulle gambe della Spagna che perde lucidità e con il quintetto piccolo torna a patire nel pitturato senza più riuscire a rimettere effettivamente in carreggiata la gara che si chiude sull'82 a 76.

MATTEO AIROLDI