Martedì 16 Aprile 2024

Basket, Cousins: Rio emozione unica. A Tokyo 2020 spero di esserci

Il centro dei Kings racconta la sua esperienza a Rio 2016 e spera di poterci essere anche alla prossima Olimpiade, a Tokyo nel 2020

Cousins e DeAndre Jordan (LaPresse)

Cousins e DeAndre Jordan (LaPresse)

Boston (Stati Uniti), 29 Agosto 2016 – Reduce da una stagione non semplice con i Sacramento Kings dove ha giocato al fianco di Marco Belinelli, DeMarcus Cousins è tuffato nell'avventura olimpica a Rio con Team USA che gli ha permesso di mettersi al collo la sua seconda medaglia d'oro in carriera dopo quella ottenuta al Mondiale 2014. Un inizio non facile poi la partita con la Serbia dove ha messo a referto una doppia doppia che lo ha un po' sbloccato e gli ha permesso di chiudere in crescendo la manifestazione anche se è innegabile che al centro della scena, sotto le plance statunitensi, ci sia stato DeAndre Jordan che ha un po' oscurato il compagno di reparto a suon di grandi prestazioni. Ma il centro dei Kings per il bene della causa non fa drammi e ad un periodico di Boston racconta la sua gioia dopo questo successo: “Ne è valsa davvero la pena. Ognuno di noi ha attraversato un periodo non semplice e delle avversità a Rio, ma abbiamo saputo superarle e tutto questo adesso è indescrivibile. Dopo la gara con la Serbia abbiamo capito che per vincere sarebbe stato necessario uno step in più. Siamo sempre stati concentrati sull'obbiettivo e sul premio finale, cercando di fare meno errori possibili.”

Un'immagine da giocatore dal carattere non facile cucita addosso ma dentro al cuore la consapevolezza e la fierezza di sapere di star bene con se stesso: “So chi sono. O mi ami o mi odi ma io sto bene con me stesso”.

Adesso il futuro (che potrebbe anche non essere più a Sacramento visto che Cousins è cercato da molte squadre come Boston Celtics e Chicahgo Bulls) ma soprattutto la speranza di poter vivere ancora questa emozione tra quattro anni in Giappone: “Sono pronto a giocare per Team Usa anche nel 2020 a Tokyo. Sarò un po' più vecchio e chiaramente bisognerà capire come starò fisicamente ma mi sento pronto. La gente guardando il nostro roster ha sempre pensato che il nostro successo fosse quasi automatico ma non è così. Questo non è il nostro gioco abituale e quindi ogni giocatore quando viene in Nazionale necessità di un adattamento. Per vincere non importa quanto tempo ci sia a disposizione, importa soltanto che tutti i ragazzi abbiamo la giusta voglia di fare gruppo e giocare assieme. Il passato ce lo insegna. Spesso abbiamo avuto squadre dal talento quasi sconfinato che però non sono riuscite a portare a casa il risultato. Credetemi vincere non è così semplice come la gente spesso crede che sia.”