Mercoledì 24 Aprile 2024

Banche, via libera Ue allo scudo pubblico fino a 150 miliardi

L'ok di Bruxelles all'Italia riguarda una misura precauzionale per sostenere la liquidità degli istituti di credito introducendo la garanzia statale per le banche fino a fine anno

Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea a Bruxelles

Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea a Bruxelles

Roma, 30 giugno 2016 - La commissione europea ha dato il disco verde a un piano di sostegno pubblico alle banche italiane, da attivare da parte del Governo per fronteggiare turbolenze dei mercati. L'ok di Bruxelles all'Italia riguarda una misura precauzionale per sostenere la liquidità degli istituti di credito introducendo la garanzia statale per le banche della penisola fino alla fine dell'anno

Si tratta di uno schema in vigore anche il altri Paesi partner dell'Ue e dall'esplosione della crisi finanziaria per il crac Lehman Brothers Bruxelles ha approvato numerosi programmi di supporto per il sistema finanziario. Attualmente sono in vigore schemi di garanzia statale per le banche autorizzati dalla Ue in Grecia, Cipro, Polonia e Portogallo.   Per quanto riguarda la garanzia statale, solo nel 2009 la Commissione autorizzò molti Paesi Ue per un totale di quasi 4mila miliardi di euro, oltre 800 miliardi l'anno successivo e circa 340 miliardi nel 2011. Ma le garanzie effettivamente utilizzate sono state meno dello 0,1% dell'ammontare autorizzato. 

Accanto alle garanzie statali l'Ue negli stessi anni approvò ricapitalizzazioni con denaro pubblico per oltre 800 miliardi di euro e i Paesi più generosi con le banche sono stati Germania, Gran Bretagna, Spagna e Irlanda. Dalla stessa Commissione europea è stato indicato che l'Italia ha notificato la misura della garanzia statale, che può essere attivata per fronteggiare eventuali turbolenze di mercato, per ragioni precauzionali e che "non c'è l'aspettativa che emerga la necessità di usarlo". 

La garanzia statale per le banche significa che lo Stato potrà garantire le passività degli istituti e le relative obbligazioni al fine di scongiurare eventuali difficoltà nel founding delle banche.  Anche dopo l'esplosione della crisi del debito sovrano, a fine del 2011 i capi di Stato e di governo vararono un pacchetto di misure per sostenere le aziende di credito europee a causa della crisi dello spread. L'Italia come gli altri Paesi venne autorizzata a concedere la garanzia statale.

Il 'plafond' della garanzia pubblica per il supporto alla liquidità delle banche solvibili potrebbe estendersi fino a un valore di 150 miliardi di euro. La cifra, anticipata dal Wall Street Journal, viene confermata da fonti governative che sottolineano come il valore delle garanzie pubbliche dipenderà comunque dai "casi specifici". Le stesse fonti spiegano che si tratta di "una misura per tranquilizzare i mercati". Di fatto però si tratta di uno strumento che il governo potrebbe attivare "in caso di necessità". Il meccanismo richiama quello della fideiussione bancaria, spiegano ancora le fonti interpellate: "Se c'è una ricapitalizzazione che viene considerata meritevole ma a rischio, lo Stato la garantisce e l'investitore che ha dei dubbi sull'aumento di capitale, si sente tranquillizzato dal fatto che dietro c'è lo Stato e non rischia di perdere i soldi".