Giovedì 25 Aprile 2024

Andrea Tarozzi: «Di Francesco mi ricorda Giaccherini»

Conosciamo meglio i primi due acquisti del Bologna per la stagione 2016/17, Federico Di Francesco e Deian Boldor, in compagnia di Andrea Tarozzi, l'anno scorso vice-allenatore per metà stagione alla Virtus Lanciano.

Federico Di Francesco impegnato nelle visite mediche di rito (Bologna F.C. 1909)

Federico Di Francesco impegnato nelle visite mediche di rito (Bologna F.C. 1909)

Bologna, 29 giugno 2016 – Nel Bologna impegnato nel preritiro di Castiadas, prima tappa di una stagione che si prospetta lunga e faticosa, le uniche due facce nuove – oltre a quella di Cherubin, rientrato dal prestito biennale all’Atalanta – sono quelle di Federico Di Francesco e di Deian Boldor. Per conoscerli meglio, abbiamo interpellato Andrea Tarozzi, ex giocatore rossoblù che nella passata stagione, nel ruolo di vice-allenatore del Lanciano, ha avuto la possibilità di vederli da vicino per tutta la prima parte della stagione.

Andrea, di sicuro tra Di Francesco e Boldor è il primo quello su cui il Bologna punta di più. Che tipo di giocatore è?

«Federico ha un carattere molto forte, è attento, scrupoloso e determinato a diventare un giocatore di livello, soprattutto attraverso il lavoro quotidiano e la continua ricerca del miglioramento, sotto ogni punto di vista. Da un punto di vista più prettamente tecnico, è un giocatore rapido, veloce e difficile da contenere negli spazi aperti. Sul piano tattico, questo gli consente di sia l’esterno d’attacco che la mezzala nel 4-3-3, nel caso in cui ce ne sia bisogno o in particolari contesti tattici, come possono essere quelle partite in cui la squadra ha bisogno di ripartenze veloci; da trequartista, invece, non riesce ad esprimere al meglio le sue caratteristiche principali. Non è molto alto, ma ha un buon tiro da fuori. Insomma, Di Francesco è un giocatore che ha grandi prospettive e che, con le dovute proporzioni, può assomigliare per struttura fisica, rapidità, tiro da fuori e propensione al sacrificio a Emanuele Giaccherini».

Può essere pronto da subito per la serie A?

«Il suo percorso l’ha portato a essere pronto per affrontare la serie A, ma con i ragazzi ci vuole sempre molta pazienza: se si vuole tutto subito, si rischia di non ottenere nulla da loro. L’esempio lampante lo abbiamo avuto proprio noi nella passata stagione a Lanciano: Di Francesco ha iniziato il campionato con qualche difficoltà, come normale per un giocatore proveniente dalla Lega Pro, ma dopo un mesetto circa di assestamento ha iniziato a emergere sempre di più, per poi concludere la stagione in crescendo, offrendo alla propria squadra un grandissimo rendimento. Personalmente, ritengo che Federico possa seguire un percorso del tutto simile anche in Serie A: chiedergli da subito un rendimento elevato, senza darlgi il tempo di scoprire la categoria, sarebbe sbagliato, ma non ci vorrà molto tempo per vedere arrivare a compimento questo processo, viste le straordinarie doti di apprendimento che ha questo ragazzo».

Cosa puoi dirci invece su Boldor?

«Deian è un centrale di difesa mancino, molto forte fisicamente e molto bravo sull’uomo, ma che deve ancora migliorare sotto vari punti di vista. È un nazionale dell’under21 della Romania e, soprattutto per questo, all’inizio della scorsa stagione l’abbiamo avuto pochissimo a nostra disposizione, essendo stato impegnato in tantissimi stage con la propria rappresentativa. Sul finire del girone di andata, abbiamo avuto necessità di utilizzarlo e, in tutta sincerità, la risposta è stata discreta. È ovvio, il suo è un percorso diverso rispetto a quello di Di Francesco, viste le poche presenze messe insieme nella passata stagione; è pure un anno più giovane, quindi ha un gran bisogno di tempo per crescere e, per farlo, potrebbe aver bisogno di fare un altro anno in Serie B, con la possibilità di giocare con continuità».