Tour de France 2018, tappa 13. Le pagelle di Angelo Costa

Peter Sagan vince in volata a Valence e fa tris. Ma tiene ancora banco la caduta di Vincenzo Nibali Tour de France 2018, classifica e risultati dopo la tappa di oggi Tour de France 2018, tappa 14. Orari tv, percorso e favoriti Nibali si ritira dal Tour dopo la caduta. Ecco cosa è successo

Tour de France 2018, Peter Sagan sul podio dopo la vittoria della tappa 13 (Ansa)

Tour de France 2018, Peter Sagan sul podio dopo la vittoria della tappa 13 (Ansa)

Valence, 20 luglio 2018 Peter Sagan vince in volata la tredicesima tappa del Tour de France 2018, la Bourg d'Oisans-Valence di 169,5 km e firma il terzo successo di questa edizione della Gran Boucle. Il portacolori della Bora-Hansgrohe ha superatoallo sprint Kristoff e Demare. Mantiene la maglia gialla Geraint Thomas. Ma al Tour tiene ancora banco la caduta di Vincenzo Nibali. Ecco le pagelle di Angelo Costa.

10 a NibaliLascia il Tour incassando le scuse del direttore Prudhomme, dopo non aver sollevato polemiche, mostrando con pudore il rimpianto per una corsa che stava diventando bella e avrebbe potuto rivelarsi bellissima di qui in avanti. Sa che in terra con lui sono finite le speranze d’Italia, sa anche che questo è il ciclismo, anche se così non dovrebbe essere, specialmente nel più importante dei grandi giri: non si è campioni solo nei risultati, ma anche nella dignità.

Tour de France 2018, classifica e risultati dopo la tappa 13

Tour de France 2018, tappa 14. Orari tv, percorso e favoriti

9 a Sagan. Appena la strada del Tour torna orizzontale, colpisce: terza vittoria di tappa, undici in totale, da aggiungere ai venti secondi posti e ai podi che diventano 41. Non c’è corridore più spettacolare e vincente dell’iridato, che vive giorni particolari dopo aver annunciato al mondo di aver lasciato la moglie: la sua caccia alla sesta maglia verde continua, facilitato anche dall’addio di concorrenti pericolosi come Gaviria e Groenewegen, che si sono arresi sulle Alpi.

7 ai giornali francesi. Almeno loro colgono la Waterloo del Tour sull’Alpe d’Huez: nel titolo dell’Equipe (‘Irrespirabile’) c’è la sintesi di una giornata che dal ciclismo è sconfinata nel rave party. Non basta condannare gli eccessi del pubblico delle montagne, ormai noti da tempo, senza porvi rimedio: all’organizzatore della prima corsa al mondo il compito di trovare in fretta una soluzione. Per non rischiare ancora che a disegnare la classifica non siano le salite, ma chi le frequenta.

2 ai messaggi. Nibali racconta di aver ricevuto la solidarietà di tanti amici, da Aru all’ex ad del Milan Galliani. "Mi hanno scritto in tantissimi, anche se sono stato occupato soprattutto a informare la famiglia. Froome? Lui no", dice senza toni polemici o risentiti. Eppure sulla Gazzetta si legge che il britannico, come del resto Bardet e Dumoulin, gli hanno scritto dopo aver saputo dell’incidente: evidentemente sull’Alpe d’Huez, con tutta quella gente, non c’era abbastanza campo per spedire.

0 ai teorici del fair play. A sgretolare definitivamente l’ipotesi che i big sull’Alpe d’Huez abbiano atteso Nibali dopo la caduta è uno dei diretti interessati: a chi gli chiede se si sia trattato di un bel gesto, Tom Dumoulin replica con una faccia stranita. "Neanche per sogno: abbiamo rallentato per guardarci, era tattica, la corsa è corsa. Sapevo di Vincenzo, ma non lo abbiamo aspettato". Identica la versione di Froome, idem Landa, che era appena dietro: il vero fair play è dire la verità.

Tour de France, la caduta di Nibali al Tour (Ansa)
Tour de France, la caduta di Nibali al Tour (Ansa)