Giro Italia 2017, risultati e classifica dopo la tappa 18

Van Garderen vince il tappone dolomitico che vede Dumoulin difendersi alla grande dopo l'attacco di Quintana e Nibali sul Gardena, e concludere insieme ai due grandi rivali puntellando la maglia rosa

Giro d'Italia 2017: Tom Dumoulin, Nairo Quintana e Vincenzo Nibali (foto Afp)

Giro d'Italia 2017: Tom Dumoulin, Nairo Quintana e Vincenzo Nibali (foto Afp)

Ortisei (BZ), 25 maggio 2017 - Tejay Van Garderen conquista il tappone dolomitico del Giro d'Italia 2017, e per il corridore americano è una vera liberazione dopo l'ennesimo fallimento in classifica generale. Ennesima beffa, invece, per Mikel Landa, secondo oggi alle spalle di Van Garderen dopo essere stato secondo alle spalle di Nibali due giorni fa, nell'altro tappone, quello del doppio Stelvio.

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Quanto allo Squalo, dopo avere attaccato insieme a Quintana la maglia rosa Dumoulin ad oltre 50 km dal traguardo, sul Passo Gardena, alla fine deva accontentarsi di sfilare sotto l'arrivo di Ortisei nella scia dei due rivali. Stremati, i tre uomini forti del Giro, che sull'ascesa finale di Pontives si sono disinteressati degli scatti degli avversari - bravi soprattuto Thibaut Pinot e Domenico Pozzovivo, terzo e quarto all'arrivo e capaci di recuperare quasi un minuto alla maglia rosa - concludendo in surplace. E i veri sconfitti di oggi sono proprio Quintana e Nibali, che vedono Dumoulin ancora saldamente in testa al Giro con immutato vantaggio - 31" sul Condor e 1'12" sullo Squalo - ed un giorno in meno di grandi montagne sulla sua strada verso Milano.

E Dumoulin, alla fine, si toglie più di un sassolino nei confronti di Quintana e Nibali: "Non ho capito la loro tattica, adesso Pinot è vicinissimo a loro (appena 24" da Nibali, ndr) ed è notoriamente più forte di entrambi in una cronometro pianeggiante come quella di Milano. Sarebbe davvero divertente che, a forza di pensare solo a me, alla fine perdessero il podio".

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LA TAPPA - I primi coraggiosi ad attaccare sono l'americano Rosskopf, l'eritreo Berhane e due italiani: Diego Rosa e Manuele Boaro. Di questi, sarà proprio il piemontese della Sky a conquistare il Passo Pordoi mentre Boaro, gregario di Nibali, perde contatto già su questo primo gpm. Nel frattempo, dal gruppo prova prima a sganciarsi un drappello di oltre trenta corridori, ripreso già sulle prime pendici della salitai. Nel gruppo, accanto alla maglia rosa Dumoulin, resta già un solo compagno di squadra: il veterano Ten Dam. Ad Arabba, in fondo al Pordoi, sui tre battistrada superstiti si riportano altri sedici corridori, fra i quali il bergamasco Davide Villella, un ritrovato Tejay Van Garderen, il 14º della generale Andrey Amador e Kanstantin Siutsou, uomini rispettivamente di Quintana e Nibali, e i duellanti per la maglia azzurra Mikel Landa e Omar Fraile, entrambi baschi. Dumoulin, intanto, ritrova praticamente tutti i compagni di squadra che, sfruttata la discesa per rientrare, si portano subito in testa al gruppo a tirare, ad un ritmo regolare, sulle prime rampe del Falzarego-Valparola. Il registro cambia però di lì a poco, quando Nibali decide di mettere tre suoi uomini a fare una velocità più sostenuta. A dar manforte agli uomini dello Squalo anche quelli della Orica-Scott di Adam Yates, che causano la crisi del decimo della generale, Jan Polanc, con le gambe ancora in croce dalla fuga di ieri. E così il vantaggio degli attaccanti odierni non lievita, stabilizzandosi intorno ai due minuti mentre in cima al Valparola passa per primo Fraile seguito, naturalmente, da Landa. Inizia il terzo gpm di giornata, il Passo Gardena, ed il re rimane nudo: Tom Dumoulin, la maglia rosa, perde anche Ten Dam e si ritrova da solo senza compagni di squadra a poco meno di 60 km dall'arrivo. Chi se la passa ancora peggio è però il leader dei giovani, Bob Jungels, che perde contatto da un gruppo maglia rosa di ormai meno di venti corridori, ridotto all'osso dalla grande andatura impressa prima dalla Movistar, con Gorka Izagirre, e poi ancora dalla Bahrain-Merida, con Giovanni Visconti. Pare proprio che qualcosa bolla in pentola, e infatti: a 54 km dall'arrivo parte secco Nairo Quintana. Il Condor trova immediatamente la collaborazione di Amador, fatto fermare dall'ammiraglia, mentre alle sue spalle Nibali lascia che sia Dumoulin a condurre l'inseguimento, poi ci ripensa e parte anche lui. Mancano ancora più di 50 km, ed il tappone dolomitico si infiamma. Allo Squalo bastano poche pedalate per ritrovare le ruote di Amador, Quintana e pure del proprio gregario Siutsou, a sua volta lasciatosi sfilare per attendere il sopraggiungere del leader della Bahrain. Dumoulin, però, è freddissimo e riesce a chiudere sui due rivali, senza scomporsi, proprio allo scollinamento del Gardena. Gpm che, per la cronaca, viene vinto da Landa davanti a Rosa e Dombrowski, con Fraile più in difficoltà. Inizia la lunga discesa verso Ortisei, e la bagarre continua: adesso è infatti Dumoulin in prima persona ad attaccare, guadagnando qualche metro anche nei confronti di Nibali, attentissimo comunque a rispondere subito all'allungo della maglia rosa. Ancora più avanti, Adam Yates che ha con sé un gregario e alla propria ruota il Quintana che non ti aspetti, aggressivo anche nel disegnare le traiettorie quando la strada tira all'ingiù. Nel volgere di pochi chilometri i big si ricongiungono, ma le scaramucce su e giù dal Gardena, intanto, fanno un'altra vittima ed è purtroppo il terzo degli italiani in classifica, Davide Formolo, per attendere il quale la Cannondale ferma Pierre Rolland, in fuga anche oggi dopo l'impresa di ieri a Canazei. Chi non ha nessuna intenzione di fermarsi è un oggi inesauribile Diego Rosa, all'attacco fin dal chilometro zero e ancora a fare l'andatura, per Landa, nel gruppetto di battistrada.

Il lavoro di Rosa, encomiabile, si esaurisce però di lì a poco, sul breve ma impegnativo Passo di Pinei, penultimo gpm di giornata sul quale il ritardo del gruppo della maglia rosa nei confronti della testa della corsa torna a salire: da meno di mezzo minuto, ad una cinquantina di secondi. Poi ancora discesa, giù fino a Ponte Gardena, dove inizia l'ascesa finale verso Pontives e, quindi, di nuovo Ortisei. Ad approcciare l'ultima ascesa al comando sono Landa e Van Garderen, avvantaggiatisi sul resto degli attaccanti - Jan Hirt, Joe Dombrowski, Natnael Berhane e Davide Villella - negli ultimi chilometri di discesa: sempre 50" circa il vantaggio che rimane loro da gestire negli ultimi 13 km, nove dei quali di salita vera, gli ultimi quattro di falsopiano. Un minuto scarso, quindi, che nella prima fase del Pontives il gruppo non riesce minimamente a scalfire. Anzi, in questa fase sono proprio Landa e Van Garderen a guadagnare, portandosi presto ben oltre il giro di lancette di margine. A tirare il gruppo sono infatti Amador e Anacona, esausti per le fatiche patite sui passi precedenti. A suonare la sveglia ci prova ancora Nairo Quintana a 6,5 km dall'arrivo, sempre in coppia con Anacona, ma il tandem colombiano non guadagna che qualche decina di metri fino a venire addirittura ripreso, ai -5 km, dal gruppetto dei big tirato ora da Reichenbach per Thibaut Pinot.

E allora, riecco lo Squalo: Nibali si muove ai 4.800 metri, ma Dumoulin è un francobollo. E duecento metri più su, è la maglia rosa in persona ad attaccare. Una punzecchiata, che però pesa come un macigno sul morale dei rivali. E infatti, una volta capito di essere proprio lui quello ad averne di più, Dumoulin attacca ancora ai 4,4 km, costringendo Quintana e Nibali all'apnea per tenerne la ruota. Passato il gpm, tocca a Domenico Pozzovivo mettere il naso fuori dal gruppo, in compagnia di Thibaut Pinot. Dietro di loro, hanno via libera anche i vari Zakarin, Kruijswijk e Mollema, mentre Dumoulin, Nibali e Quintana si disinteressano di tutto quel che accade intorno a loro, in piena surplace. Come se il Giro d'Italia fosse una questione privata tra loro tre.

La tappa, intanto, la va a vincere Tejay Van Garderen, e per Landa c'è un'altra beffa dopo quella patita due giorni fa da Nibali. Lo Squalo, invece, conclude incollato a Quintana e Dumoulin, 1'06" più tardi, staccato anche da Pozzovivo, Pinot, Zakarin, Kruijswijk e Mollema: vale a dire i corridori che occupano le posizioni immediatamente a ridosso del podio. E con un Dumoulin così, forse, anche la cura del piazzamento sarà importante, nei prossimi giorni.

Ordine d'arrivo 18ª tappa: Moena-Ortisei/St.Ulrich   1 Tejay Van Garderen (Usa) Bmc Racing Team in 3h54'04"   2 Mikel Landa (Spa) Team Sky   3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 8"   4 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale s.t.   5 Jan Hirt (Cec) CCC Sprandi Polkowice a 11"   6 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 24"   7 Steven Kruijswijk (Ola) Team LottoNL-Jumbo 34"   8 Bauke Mollema (Ola) Trek-Segafredo s.t.   9 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb a 1'06" 10 Nairo Quintana (Col) Movistar Team s.t. 11 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida s.t. 12 Adam Yates (Gbr) Orica-Scott a 1'12" Abbuoni di 10", 6" e 4" ai primi tre classificati

Classifica generale dopo la 18ª tappa   1 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb in 80h00'48"   2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 31"   3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida a 1'12"   4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 1'36"   5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 1'58"   6 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale a 2'07"   7 Bauke Mollema (Ola) Trek-Segafredo a 3’17"   8 Steven Kruijswijk (Ola) a 5'48"   9 Adam Yates (Gbr) Orica-Scott a 7'06" 10 Bob Jungels (Lux) Quick Step Floors a 7'24"