Venerdì 19 Aprile 2024

Boxe, atleta in coma dopo il match. Ricoverata in rianimazione

Francesca Moro, 26 anni, ha subìto un intervento in Neurochirurgia a Pescara. Maria Moroni: "Il rischio non ha sesso"

Francesca Moro in una foto presa dal suo profilo Facebook (Ansa)

Francesca Moro in una foto presa dal suo profilo Facebook (Ansa)

Chieti, 19 marzo 2017 - Aveva appena terminato il match di semifinale, poi, dopo i saluti di rito all'angolo avversario e all'arbitro, appena si è piegata per uscire dalle corde del ring il malore. Francesca Moro, 26 anni, originaria di Padova e residente a Mestre si è adagiata sul bordo ring. Immediati l'intervento dei medici e la corsa in ospedale. Ora l'atleta è in rianimazione a Pescara in prognosi riservata, sedata, dopo un intervento in Neurochirurgia in cui i medici le hanno drenato un ematoma subdurale acuto.

A riferire la dinamica dei fatti è Sergio Rosa, consigliere federale e responsabile tecnico del torneo nazionale femminile Junior/Youth e Torneo Femminile Elite 2ø di boxe, organizzato a Chieti, di cui oggi si disputano le finali con 22 atlete. "Il combattimento - racconta Rosa - si è svolto con una regolarità più assoluta. Un match equilibrato che Francesca ha perso ai punti contro Clara Pucciarelli delle Fiamme oro Lazio. Dopo i saluti si è avviata per uscire dal ring poi quando si è piegata per uscire dalle corde si è sentita male. Fino a quel momento tutto si era svolto normalmente. Niente faceva presagire nulla di quello che è successo".

"Le nostre procedure - riferisce ancora il responsabile tecnico del torneo - sono state perfette. Mi trovavo lì al momento del match. Al mattino aveva superato le visite. Le atlete indossavano i caschetti e avevo in guanti secondo le regole Aiba". "Non ci rendiamo ancora conto di quello che è successo, non ci rendiamo conto...", continua a ripetere Rosa. Francesca Moro ha perso ai punti il match categoria 57kg in semifinale. Le sue compagne di circolo che non hanno superato le semifinali hanno già fatto ritorno a casa. 

"IL PERICOLO NON HA SESSO" - "Sono cose che non dovrebbero mai succedere, ma ora non diciamo che le donne non devono praticare il pugilato - reagisce Maria Moroni, autentica 'pionierà del pugilato femminile italiano - Chi sale sul ring è conscio di ciò che va a fare, e il discorso vale per entrambi i sessi. Non è questione di uomini o donne, bisogna invece vedere il discorso delle visite mediche a cui ci si sottopone per avere l'idoneità agonistica. Ma nel caso specifico di ieri a Chieti credo sia stata una fatalità: so che quella ragazza aveva tutte le analisi a posto".

La Moroni,  prima donna, nel 2001, a essere tesserata come agonista dalla Fpi (le venne consegnata la tessera n.1), è diventata campionessa europea dei Piuma e in seguito anche consigliere federale. "Ognuno deve avere chiara la situazione del proprio fisico - continua la Moroni - e ci deve sempre essere accuratezza a ogni livello. Non è questione di uomo o donna, nel caso di Chieti parliamo di un ematoma e ciò vuol dire che probabilmente c'era una situazione pregressa".

Ma alla ex campionessa, laureata in giurisprudenza e ora giornalista dopo essersi data anche all'atletica nel lancio del disco, preme soprattutto una cosa: "non rifacciamo il discorso di vietare certe discipline - dice -, in particolare alle donne. Anche la discesa libera con gli sci o il salto dal trampolino sono pericolosi, eppure nessuno pensa di abolire le gare femminili. E ricordiamoci che, purtroppo, l'incidente e la fatalità nello sport possono sempre succedere: l'estate scorsa mentre seguivo una partita di calcio nella mia Umbria, a Cannara, un giocatore è morto in campo. Poi si è scoperto che aveva una malformazione cardiaca: ecco perché dico che la prevenzione deve sempre essere accurata".