Martedì 16 Aprile 2024

"Ho esonerato Allegri e Sarri: vi racconto come sono". Parla il mangiallenatori

Piero Camilli lin ha avuti e cacciati entrambe quando era alla presidenza del Grosseto

Fabrizio Camilli (foto Aprili)

Fabrizio Camilli (foto Aprili)

Grotte di Castro (Viterbo), 11 febbraio 2016 - Il record assoluto, cinquantatré esoneri, appartiene a Maurizio Zamparini che proprio ieri ha vissuto l’inedita sensazione di un allenatore che, invece che farsi mandar via, si dimette. Ma Piero Camilli da Grotte di Castro è arrivato al calcio con un decennio abbondante di ritardo e i suoi 46 cambi di panchina in 15 stagioni alla guida del Grosseto rappresentano una media-esonero difficilmente attaccabile: più di tre rivoluzioni tecniche all’anno, mica scherzi.

Nella vita è sindaco di Grotte di Castro, nel Viterbese, e patron di un colosso delle carni ovine, la Ilco. Ma la specialità della casa è la macellazione degli allenatori: dopo aver lasciato il Grosseto tra i dilettanti, ora è il presidente della Viterbese in serie D. Non ha perso il vizio: ha già cacciato Sanderra a inizio ottobre e nemmeno l’attuale tecnico Nofri sembra passarsela bene (auguri!).

Sarà un caso, ma i due tecnici toscani, Allegri e Sarri, alla sfida scudetto di sabato hanno in comune un solo club nella loro carriera: il Grosseto. Ingaggiati dal «Comandante», così chiamano Camilli, e poi invitati a farsi da parte. Allegri tra il 2005 e il 2006 con due esoneri e due ritorni, Sarri nel 2010 con poche partite a fine campionato e il contratto rescisso prima del campionato successivo.

«Se sono pentito dei tanti esoneri? – risponde con voce beffarda Camilli – ho sbagliato a prenderli, mica a mandarli via...».

Camilli, lei conosce benissimo Allegri e Sarri. Partiamo da Max, ci racconta i pregi e i difetti del bianconero? «È molto freddo, una persona per bene e molto bravo tatticamente perché quando giocava era una testa in mezzo al campo. Perché l’ho esonerato due volte? Dieci anni fa era molto inesperto: con il passare del tempo si è molto affinato e merita i risultati che ha raggiunto».

Non faccia troppo il buonista. Anche con Sarri non fu tenero. «Le posso dire che con Allegri ci siamo visti a un paio di cene mentre con Maurizio ci sentiamo spesso per farci gli auguri o in altre occasioni. Lui arrivò in una stagione disgraziata in cui ci furono situazioni strane legate alle scommesse. È più ruspante ma è un grande lavoratore, uno che studia mille variabili tattiche. Il difetto? Deve prendere le squadre all’inizio per modularle sulla sua idea di calcio. Quando subentra riesce con difficoltà a raggiungere risultati».

Potesse scegliere uno tra Sarri e Allegri chi prenderebbe oggi? «Posso dire Pioli che è un ottimo allenatore e che sta facendo miracoli con la Lazio?».

Troppo facile. È l’allenatore che con lei ha retto di più: ben 39 partite consecutive. Quasi un’era geologica «Pioli, Allegri e Sarri sono i migliori che ho avuto. Ma tra Juve e Napoli, io sabato tifo Napoli...».