Giovedì 18 Aprile 2024

Agnelli: "Tavecchio non ha autorevolezza. Abete e Prandelli via quando c'era bisogno"

Durissimo attacco del presidente bianconero: "arsi da parte non era il gesto di cui aveva bisogno il calcio". E boccia il candidato alla presidenza Figc: "Viene da lontano, serve un riformista che ci porti in un'altra dimensione"

Andrea Agnelli (Lapresse)

Andrea Agnelli (Lapresse)

Milano, 8 luglio 2014 - Andrea Agnelli ne ha per tutti: vecchi e nuovi. Il presidente della Juventus è duro con Prandelli, ma soprattutto Abete e Tavecchio, passato e, con ogni probabilità, futuro della Figc: "Le dimissioni di Prandelli e Abete saranno state un gesto nobile, ma non mi sento di ringraziarli perché li smarca in un momento di assoluto bisogno. Prandelli, tra l'altro, si è gia sposato con i turchi, dove c'è una fiscalità minore. Farsi da parte non era il gesto di cui aveva bisogno il calcio". 

LE ELEZIONI IN FIGC - Agnelli boccia senza giri di parole la candidatura di Tavecchio per la Figc: "In ambito internazionale, alla Uefa ed all'Eca, ci sono due grandi ex calciatori come Platini e Rummennigge. Loro hanno conoscenza ed autorevolezza e quando entrano in una stanza dove si parla di calcio la gente schizza in piedi perché la riconosce. Farei fatica immaginare che lo stesso trattamento posso essere riservato ad una persona come Carlo Tavecchio. Ha un forte supporto di Carraro e quindi sappiamo che rappresenta un sistema che viene da lontano. Non serve un traghettatore, ma un riformista che ci porti in un'altra dimensione". 

DA ALBERTINI A VIALLI -  "Albertini presidente della Federcalcio? Questo non lo dico io, ma corrisponde senz'altro all'identikit, così come possono essere Cannavaro, Vialli e Costacurta. Guardiamo alla generazione di giocatori che hanno giocato a cavallo degli anni 2000. Avevamo già previsto un'assemblea per l'11 agosto - aggiunge nel corso del convegno 'L'impatto economico dello sport' alla Camera - che era un'assemblea tecnica e di servizio. Tramutarla in un'assemblea elettiva è stato un gesto irresponsabile con il quale non concordoC'è un grosso dibattito sul cosa fare, ma alla gente interessa chi è la persona. Serve un intervento profondo, radicale e riformista. L'identikit è una persona che ha capacità e numeri, una visione di medio lungo periodo per consentircelo", dice Agnelli facendo l'esempio di Pavel Nedved. "Uno che se volesse fare il presidente della Federazione Ceca avrebbe tutte le carte in regola". Nessun nome per la Figc da parte di Agnelli ma l'auspicio che: "E' difficile trovare cosa si cerca, ma si sa benissimo chi non si vuole", conclude Agnelli

 

CRISI POLITICA - "La situazione prescinde dal nome. Ci vogliono impianti, e anche se mi piace lo Juventus Stadium so che da solo può fare poco, ma elogio Udinese e Sassuolo per quello che stanno facendo. Ci vorrebbe un testo unico di legge sul calcio, sono due anni che lo vado dicendo. Ci vorrebbe una governance diversa: la legge Melandri è giusta, giusta è la rappresentanza di atleti e tecnici, ma andrebbe riconosciuta la specificità di certe federazioni come il calcio o il basket".