Martedì 23 Aprile 2024

"Io e Veronica, separate in casa". Irene Pivetti: mia sorella, che talento

"Ha il dono del sorriso. A me i rimproveri, lei faceva sempre ridere"

Le sorelle Pivetti

Le sorelle Pivetti

Milano, 7 agosto 2015 - IRENE PIVETTI, che rapporto ha con sua sorella minore Veronica? (Irene ha 52 anni, Veronica è di due anni più giovane).

«Oggi un rapporto molto bello. Purtroppo abbiamo poco tempo per vederci, ma appena c’è una opportunità mangiamo una pizza insieme. Ed è sempre come se ci fossimo viste il giorno precedente».

Non ci sono mai stati conflitti?

«Solo da piccole, come accade a tutte le sorelle, soprattutto perché vivevamo nella stessa stanza. Per esempio lei amava studiare con la musica, io nel silenzio. Una grossa mano al nostro rapporto l’hanno data i genitori, quando hanno deciso di assegnarci una stanza per una».

Chi era la più brava a scuola?

«Io senz’altro. Ho fatto lo Scientifico, mentre lei ha frequentato l’Artistico, più adatto al suo temperamento».

Non vi siete mai sentite in competizione?

«Mai, anche perché le scuole erano così diverse... diciamo che era lo stile di vita a metterci un po’ in contrasto, anche se poi, alla fine, la più quadrata è proprio lei. L’aiutavo anche nei compiti, per esempio con matematica. Mi ricordo una volta che per un’ora le ho spiegato il sistema degli assi cartesiani. Dopo questa lunghissima spiegazione, le chiedo: allora poniamo che x sia uguale a zero, quindi... E lei mi risponde: ... quindi x non esiste. E gliel’avevo spiegato per un’ora buona! Lei è sempre stata più brava di me nei rapporti con le persone, io avevo un carattere più ispido, lei ha il dono del sorriso. Sapeva sempre trovare la battuta giusta. Mi ricordo che per la stessa cosa io venivo rimproverata selvaggiamente, mentre con lei finiva sempre in una risata... Un autentico talento, che poi lei ha saputo organizzare con metodo. Io in compenso sono diventata meno dura...».

Perché dice che, delle due, sua sorella è più quadrata?

«Forse non tutti sanno che mia sorella si è diplomata a Brera e dipingeva quadri bellissimi. Il fatto che poi abbia abbandonato l’arte per me è un rimpianto, perché era piena di talento. Ma anche se ha avuto una carriera artistica è stata bravissima a organizzarla. Io invece ho fatto tante cose diverse, sono stata come un paracadutista lanciato dietro le linee nemiche. Nella vita ho preso rischi enormi. Mi sono laureata in filologia, poi sono entrata nella politica e quando ho ritenuto che fosse finita una fase non mi sono riciclata, ho fatto qualcosa di completamente diverso, per esempio la televisione».

La televisione, appunto. Per un certo periodo lei e sua sorella avete fatto un mestiere molto simile...

«Eravamo entrambe in televisione, è vero, ma sarebbe come dire che un corridore di motociclismo e un camionista fanno lo stesso mestiere perché entrambi guidano. Io ho fatto un altro tipo di televisione, molto popolare, così come anche la politica la facevo in modo popolare. Mi piace avere il contatto con la gente comune».

Almeno nello spettacolo non vi siete mai sentite in competizione? Vi scambiavate consigli, suggerimenti, critiche, apprezzamenti?

«Che consigli avremmo dovuto darci? Consigli no, qualche opinione sì. Di solito ci piacciamo molto nelle cose che facciamo. Le fiction di mia sorella mi piacciono tutte moltissime, soprattutto quella in cui interpretava una ladra, che purtroppo in parte non è stata capita».

E da giovani avete mai litigato per contendervi, che so, un fidanzato?

«Quando, verso i 45 anni, ci hanno detto che eravamo molto simili per noi è stato uno shock, perché abbiamo sempre pensato di essere molto diverse. Lei alta, magra, bruna. Io più piccola, bionda, con gli occhi verdi, più rotonda. Diciamo che da ragazze costituivamo due target molto diversi, e anche i ragazzi che piacevano a me non piacevano a lei, e viceversa».

- Chi era la preferita dei genitori?

«Più che una figlia preferita, c’era un genitore preferito. Io ero molto più simile a papà, lei alla mamma. Per dire, io e mio papà eravamo più sportivi. A un certo punto avevamo una barca a vela, e io e lui ci andavamo appena possibile, anche fino a novembre. Mia sorella e mia madre ci venivano solo in agosto, e tutto il tempo stavano sottocoperta. Lei è più femminile, più raffinata, ha più cura di sé, io sono molto più sbrigativa anche in queste cose».

Avete mai litigato davvero?

«Mi faccia pensare... non ricordo. Guardi, negli ultimi anni ho coltivato l’arte della rimozione. Non condivido l’atteggiamento psicologico di chi vuole spaccare sempre il capello in quattro. La vita è felicemente imperfetta e bisogna accettarla così. Mia sorella mi è stata molto vicina nel periodo della separazione da mio marito, per me un momento molto difficile. Rimpiango invece di non essere riuscita a starle vicino quando era depressa: si era chiusa in se stessa e non potevo fare altro, se si può dire così, che starle vicina da lontano. Ah: bisogna anche dire che mia sorella è affezionatissima ai suoi nipoti, fa loro dei regali incredibili che io non mi potrei mai permettere, ogni tanto la devo riprendere un po’... Quando ci incontriamo per una pizza stiamo tutti insieme ed è molto bello. Ma non pensi che andiamo nei posti alla moda, per carità: nella pizzeria sotto casa, senza tante pretese. In questo, io e Veronica siamo uguali».