{{IMG_SX}}Roma, 9 giugno 2008 - E venne l'ora del sequel: Spike Lee, invitato da Clint Eastwood a "tapparsi la bocca" dopo le polemiche sull'assenza di attori afroamericani nel film 'La bandiera dei nostri padri', risponde ricordando all'ex ispettore Callaghan di "non essere in una piantagione".

 

"Non è mio padre e non siamo neanche in una piantagione: è un grande regista, fa i suoi film e io faccio i miei, ma quel che ha detto... Andiamo, sembra un vecchio arrabbiato", ha dichiarato Lee, che sta lavorando a un film ambientato in Italia durante il secondo conflitto mondiale, con protagonista un'unità composta esclusivamente da soldati afroamericani.

 

Eastwood, in una intervista al quotidiano britannico 'The Guardian', aveva risposto all'accusa di Lee secondo la quale nei due film dedicati a Iwo Jima non compariva nessun militare afroamericano, facendo presente come storicamente nessun nero si trovasse tra i soldati che issarono la bandiera su Iwo Jima (dove peraltro combatterono centinaia di afroamericani, uno dei quali avrebbe fornito l'asta metallica alla quale venne fissato il vesillo) e che non poteva certo falsificare la storia in nome delle pari opportunità.

 

"Non ho mai detto che avrebbe dovuto mettere un nero fra coloro che issano la bandiera, però non c'è neanche un nero in nessuno dei due film, e dato che conosco la storia, ho fatto questa osservazione", ha concluso Lee, che si è impegnato a chiudere la polemica 'razziale' "prendendo l'atteggiamento di Barack Obama: pace e amore".